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Piacere, John McClane Junior

Intervista a Jai Courtney, che nel nuovo Die Hard interpreta il figlio di Bruce Willis

Die Hard - Un buon giorno per morire - Bruce Willis, Jai Courtney

12.02.2013 - Autore: M.T.
Essere “lo 007 di Plainfield, New Jersey” è una responsabilità mica da scherzo. Essere il figlio di John McClane lo è ancora di più. Jai Courtney, faccia nuova del cinema americano – anche se lui viene dall'Australia – ha all'attivo pochi film e serie TV (lo abbiamo visto in Jack Reacher e nella prima stagione di Spartacus) ma si prepara a fare il grande salto con il suo ultimo ruolo. Quello di Jack McClane, figlio del celebre detective interpretato da Bruce Willis nella saga di Die Hard, che con Die Hard – Un buon giorno per morire raggiunge il quinto episodio. Diretto da John Moore, il film vede padre e figlio scontrarsi con un ufficiale corrotto a Mosca. Abbiamo avuto l'occasione di parlarne con Courtney, che ci ha raccontato del suo metodo di recitazione, delle difficoltà incontrate al suo arrivo in America e delle differenze tra girare per il cinema e la televisione.

Jai, vista la tua età sarai sicuramente cresciuto con l'action anni Ottanta. Ci puoi dire chi era il tuo eroe tra Willis, Stallone e Schwarzenegger?
Non posso che dire Bruce.

Pensi che sia possibile per te ereditare il franchise o magari una serie di spin-off?
Beh è una possibilità allettante, ma non sono certo che accadrà a questo punto. Non resta che aspettare e vedere.

Un australiano che interpreta un americano deve senz'altro lavorare al suo accento. Te ne occupi completamente da solo o ti avvali anche di un coach?
Lavoro sempre con un coach, fino a un certo punto. Nel caso di Die Hard l'ho fatto prima di girare per accertarmi di avere le capacità giuste e sistemare i dettagli, eliminare gli errori. Ma per me è abbastanza naturale – fin da piccolo giocavo a imitare gli accenti di questo o quel personaggio – e quando si gira prendo le redini da solo. Ho avuto un incredibile allenamento vocale quando studiavo recitazione; allora ho imparato cose che mi sono utili ancora oggi.

Prima di fare cinema hai interpretato diverse serie TV sia in Australia che in America, tra cui anche Spartacus. Ti piacerebbe tornare a fare televisione o sei più interessato al cinema ora?
Al momento sono più interessato al cinema, però non bisogna mai dire mai. Se trovassi il progetto giusto al momento giusto certamente afferrerei l'opportunità.

E se potessi scegliere una delle recenti serie TV americane, in quale vorresti lavorare?
Alcune delle mie serie preferite al momento sono Boardwalk Empire, Il trono di spade, Breaking Bad – un grande show quello.

Venendo dall'Australia, qual è stata la sfida più grande nell'adattarsi all'industria cinematografica di Hollywood?
Soprattutto le audizioni, all'inizio. Per un paio d'anni andavo a farne tutte le settimane e in questo periodo dell'anno, in particolare, la quantità di provini è folle. Mi ci è voluto un po' per abituarmi. In Australia a volte abbiamo un'industria ricca e succedono tante cose, altre volte non succede niente e quindi non ti abitui a questa mole di lavoro.

Ti vedi come una star action o sei più interessato a variare i ruoli?
Certamente, la varietà è molto importante, non solo perché mi interessa personalmente, ma anche perché è la giusta scelta di carriera. Credo sia stata una fortuna lavorare a questi film e avere questo trampolino di lancio nell'action, ma non voglio legarmi a quello esclusivamente. Da membro del pubblico sono interessato a tanti generi diversi e anche da attore è così.

Quali sono gli attori a cui ti ispiri di più?
Credo sia impossibile non guardare a Marlon Brando, e ho sempre amato De Niro e Pacino. Ci sono anche oggi molti attori in gamba.

Qualcuno con cui vorresti lavorare?
Certo, ma la lista è interminabile, non saprei da dove cominciare. Forse Leonardo DiCaprio.

Die Hard – Un buon giorno per morire, in uscita il 14 febbraio, è distribuito in Italia da 20th Century Fox.
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