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Paul Rudd, an ordinary (funny) man

I suoi film spopolano in patria, eppure l'attore ha ancora difficoltà a ottenere successo in Italia. Ma come si fa a non apprezzarlo dopo "Molto incinta" e "I Love You, Man"?

Paul Rudd

03.10.2011 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Ecco uno di quei classici esempi di attore di cui non ti ricordi mai il nome ma che ogni volta che lo vedi al cinema ti risulta immediatamente simpatico. Questo è il destino di Paul Rudd, almeno in Italia.

I suoi film da noi (anzi, da voi: sto diventando uno spocchioso newyorkese…) non ottengono quasi alcun successo, in quanto fanno parte di quella serie di commedie che nel mercato interno americano garantiscono sempre risultati,  ma non si rivelano esportabili all’estero, salvo pochissime eccezioni.

Uno scatto recente di Paul Rudd

Già, perché il successo Paul Rudd lo deve interamente a Judd Apatow e al gruppo di collaboratori con cui in questi ultimi anni ha sviluppato un potente sodalizio. Prima questo quarantaduenne originario del New Jersey si era fatto notare soltanto come spalla in qualche film di rilievo, i più importanti sono “Romeo + Giulietta” accanto a Leonardo DiCaprio e “Le regole della casa del sidro” accanto a Tobey Maguire e Charlize Theron. Poi nel 2004 “Anchorman: la leggenda di Ron Burgundy” si rivela a sorpresa un ottimo successo al box-office americano (in Italia figuriamoci, non è passato neppure in sala…), e la carriera di quelli che vi hanno partecipato miracolosamente decolla.

La definitiva affermazione però arriva l’anno successivo con “40 anni vergine”, esordio cinematografico di Apatow che ha consacrato definitivamente la stella di Steve Carell. In quel film Rudd era David, uno della combriccola di colleghi e amici del protagonista Andy: un uomo qualunque, pronto ad ascoltare gli altri e disposto a scuoterli con qualche battuta al vetriolo se necessario. Da quel momento il “tipo fisso” dell’attore è serpe stato questo: aiutato dal suo aspetto simpatico, Paul Rudd si è ritagliato una serie di personaggi dall’umanità semplice, dai desideri paragonabili a quelli di qualsiasi essere umano. Il suo miglior personaggio rimane quello di Pete, il cognato di Seth Rogen in “Molto incinta” sempre di Apatow. Anche quando si è trovato a coprire una parte da protagonista come quella di “I Love You, Man”, l’attore ha continuato ad esplorare le pieghe del suo modo di recitare tranquillo, sempre pacato, che infonde serenità. Più recentemente lo abbiamo addirittura visto duettare con “sua maestà” Jack Nicholson e Reese Witherspoon in “Come lo sai”, old-fashioned comedy in cui Rudd ha dimostrato di sapersela cavare anche quando è in scena con attori tendenti a recitare sopra le righe.

Paul Rudd in Our Idiot Brother

Qui a New York adesso è in sala con “Our Idiot Brother”, commedia morale di Jesse Perez dove interpreta il bonario Ned, uomo dal carattere semplice e positivo che si ritrova a confrontarsi con tre sorelle l’una più problematica dell’altra: un ruolo perfetto per lui, che lo interpreta con una leggerezza davvero ammirevole. Se vi interessa, sul blog New York Cinema potete trovarne la videorecensione.