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Otto voci contro la poverta'

Il film collettivo "8" apre la Sezione Fuori Concorso promuovendo gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

8

23.10.2008 - Autore: Ludovica Sanfelice
Si chiama “8” il film che ha inaugurato la sezione Fuori Concorso del Festival di Roma. Otto come gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sottoscritti nel 2000 da 191 paesi dell’Onu per dimezzare la povertà mondiale entro il 2015. E otto come i registi di diversa provenienza che hanno partecipato alla realizzazione di questo film collettivo che, come raccontano i produttori, “nasce dalla curiosità di capire come mai una sfida di tele portata e dimensioni sia così poco pubblicizzata”.

Abderrahmane Sissako, Gael Garcìa Bernal (al suo esordio dietro la macchina da presa), Gaspar Noè, Mira Nair, Jane Campion, Gus Van Sant, Jan Kounen e Wim Wenders sono qui a sgranare sotto i nostri occhi quelle otto promesse e a ricordarci l’approssimarsi della scadenza attraverso i loro cortometraggi. Sradicare la fame, garantire l’istruzione primaria, combattere l’AIDS, promuovere la parità dei sessi, garantire la sostenibilità ambientale, ridurre la mortalità infantile, tutelare la salute materna e attivare la partnership per lo sviluppo sono le questioni da elaborare e sintetizzare. Ognuno con il suo stile, ognuno secondo coscienza e tutti in condizione di esprimersi liberamente. Tanto liberamente che le istituzioni mantengono le distanze dal prodotto.

L’UNDP, agenzia delle Nazioni Unite infatti ha ritirato la propria adesione al progetto dopo aver tentato di imporre l’amputazione del corto diretto da Mira Nair sul tema delle pari opportunità in cui si mostra una donna musulmana di New York che abbandona figlio e marito per seguire il proprio amore. La regista, accusata di offendere l’Islam ha ricordato il suo stupore di fronte a un simile ultimatum: “E’ come una tempesta in un bicchier d’acqua. La libertà non arriva in un pacchetto per posta. E il prezzo da pagare per essere liberi a volte è doloroso, folle, difficile. Ma anche sbagliare è un diritto. E bisogna combattere per difenderlo”.

“Questo film non risolverà i problemi,” aggiunge Wenders autore del corto “Person to Person”  “perché di questo devono occuparsi i governi. Temo che l’attuale crisi mondiale possa diventare un’attenuante per non portare a buon fine il programma ma ho ancora più paura che a pagare per questo crollo dell’economia saranno ancora una volta i poveri. La solidarietà sociale, magari attraverso il microcredito può comunque rivelarsi uno strumento efficace per migliorare le cose”.

Se c’è una speranza che le Nazioni Unite tengano fede agli impegni presi è nel potere dell’opinione pubblica. Ma purtroppo “8” non ha ancora trovato un distributore…