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Orchidea De Santis

Per la nostra inchiesta sui mali della comicità italiana abbiamo intervistato Orchidea De Santis. Da attrice negli anni '70 ad animalista e ambientalista convinta. I suoi ricordi e le sue esperienze con alcuni dei più grandi attori del cinema italiano. Un viaggio tra ieri e oggi

Orchidea de Santis

14.04.2003 - Autore: Francesca Romana Avesani
Cinema anni 50, 60, 70, fino ad oggi. Cosè cambiato secondo te nella comicità?   O.S: Negli anni 70 abbiamo vissuto dei momenti indimenticabili nel cinema. Pur non avendo più i grandi della commedia italiana degli anni 50, avevamo molti artisti di alto livello. De Sica, Salce, Giannini, grandi attori e uomini di grande umanità, qualità che a mio parere oggi è completamente assente nel cinema. Il cinema di quegli anni era un cinema vivo, lavorare era molto interessante ed eccitante. Cera professionalità, ma anche molta goliardia, la passione era tanta e questo si respirava anche sul set. Era inoltre il momento della liberazione sessuale, era scontato che la commedia allitaliana, infarcita di un po di nudo sarebbe stata un successo. Noi eravamo donne vere, genuine e non rifatte come quelle di oggi. Così è troppo semplice   Cosè successo al cinema italiano   O.S: Per esempio non esiste più la figura del produttore, la persona che investiva i soldi di tasca propria perché credeva in qualcosa e la portava avanti fino in fondo. Le produzioni si studiano a tavolino. Quei pochi che credono ancora in qualcosa sono costretti a ricorrere a finanziamenti esteri o televisivi.   Come pensi che debba cambiare la commedia allitaliana nel 2000?   O.S: Credo che la commedia italiana, e il cinema in generale, debba cercare di rompere le barriere e divenire per lo meno cinema europeo. Finché le storie e le gag racconteranno troppo strettamente dellItalia e le espressioni saranno comprensibili solo dagli italiani sarà difficile fare del cinema nuovo. Credo che non ci sia più fantasia e creatività. Sono pochi quelli su cui possiamo contare   Qualera lo spirito che si respirava negli anni 70   O.S: Fare cinema in quegli anni, come ti ho accennato, era splendido, cera gioia, rilassatezza e cameratismo. Poi cera tanta passione e si sentiva, si respirava sul set. Si lavorava con dei professionisti che però oltre ad essere tali erano anche dei comici naturali. Persone alle quali piaceva divertirsi. Oggi credo sia tutto più formale, costruito. Credo che questo sia molto penalizzante per il cinema   Hai qualche ricordo in particolare?   O.S: Ne ho moltissimi, così tanti che spesso si fondono insieme. Ho girato tanto e non è sempre facile ricordare. Durante le riprese del film Il Nero (molto particolare e che vinse anche dei premi) ad esempio accaddero alcune simpatiche vicende. Giravamo a Napoli, e stavamo soggiornando da molti giorni in un albergo di lusso che credo fosse lAmbassade. Molto probabilmente il produttore, Armando Bertuccioli, aveva finito i soldi e mentre cercava dei nuovi finanziamenti siamo stati buttati fuori dallo splendido albergo in cui eravamo, che credo fosse lAmbassade. Ci siamo uniti e abbiamo cominciato ad aiutare il produttore e a spalleggiarlo durante la ricerca del denaro, anche se nel frattempo si sparse la voce a Napoli che cerano dei problemi economici e quindi cambiammo una lunga lista di pensioni e pensioncine. Non era importante però, credevamo tanto in quel progetto e quindi avevamo scelto di portarlo a termine senza paura delle difficoltà che stavamo vivendo. Fu una splendida esperienza, sia di vita che cinematografica   Alcuni attori e registi di quegli anni sono riusciti a riciclarsi, altri invece assolutamente no, e tu ?   O.S: Alla fine degli anni 80 mi sono rotta un braccio e ho avuto dei problemi. Così durante quel periodo mi sono resa conto che il cinema cominciava a non interessarmi più e che latmosfera degli anni 70 stava cominciando a finire. Durante questi ultimi ventanni mi sono interessata sempre meno, così come il cinema si è interessato di meno a me. In questo lavoro è importante pubblicizzarsi, lagente non basta, io onestamente non lho più fatto. Gli ultimi due lavori che ho realizzato, uno con Michele Placido (Amiche del cuore) e laltro Il caso Redoli, un film TV girato guarda caso proprio a Napoli e nell\'albergo che mi ha ospitato alcuni anni prima per il film Il Nero. Credo si chiami Ambassade, ma non sono sicura. Ambedue sono nati da una casualità, da un rapporto di amicizia. Quando hai un cliché è difficile uscirne, è anche per questo che molti miei colleghi non hanno più avuto nessuna opportunità. Daltronde se ti chiamano perché sei bella è difficile che continuino a farlo dopo ventanni (Orchidea sta scherzando sugli anni che passano)   Non ti piace più il cinema dei nostri giorni?   O.S: Indubbiamente per me il cinema esiste molto poco oggi, il doversi proporre costantemente e le umiliazioni subite sono dei prezzi comunque alti da pagare. Il cinema italiano è prevalentemente triste. Inoltre quando ci si propone non conta più cosa si è fatto, ma quante volte si è passati in Tv da Costanzo o in qualche altra trasmissione, lo trovo triste  
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