La bellezza di questo film sta sia nella struttura narrativa (non assistiamo alla storia seguendo un percorso cronologico, ma balzando avanti e indietro per associazioni concettuali) che nel suo tono scanzonato ricco di trovate originali, ma comunque profonde ed empatiche Amori come quelli lì raccontati fanno parte delle storie di quasi tutti noi. Un film quindi da consigliare a tutti, il successo che sta avendo è meritato.

Continuiamo con un’altra commedia americana, “La dura verità”. Protagonista è Katherine Heigl: per lei non più di un film l’anno visto che il lungo contratto firmato quando non era famosa per “Grey’s anatomy” non le consente di dedicarsi completamente al cinema. E’ un vero peccato visto che si tratta di un’attrice simpatica e sempre perfetta in ruoli a metà tra la maschiaccio e bellezza mozzafiato. Qui il suo partner è Gerard Butler e la storia si incentra sul classico rapporto amore-odio. I due si ritrovano ad dover lavorare assieme per un programma televisivo. Lui è l’anchorman sboccato che racconta “La dura verità” sui rapporti uomo-donna, lei invece è la produttrice del programma. Il risultato è un film a tratti simpatico, anche se dalla trama convenzionale e forse un po’ troppo “volgare” per quel pubblico di coppie che si propone di attrarre.

Data l’importanza del libro da cui è tratto, non possiamo che continuare con “Dorian Grey”, ennesima trasposizione su grande schermo del personaggio creato da Oscar Wilde. Protagonista è quel Ben Barnes già Principe Caspian nella saga di “Le cronache di Narnia” nonché fidanzato di Jessica Biel in “Un matrimonio all’inglese”. Difficile per questo film soddisfare le aspettative di chi ha amato il libro, e qui non siamo di fronte all’eccezione che conferma la regola. Solo per i curiosi.

Continuiamo con “Triage” del premio oscar Danis Tanovic (“No man’s land”). Un fotografo freelance (Colin Farrell) abituato a reportage di guerra torna dall’Afghanistan con incubi e rimorsi. Ad aiutarlo a lasciarsi alle spalle un passato che scopriremo solo nel finale, sarà lo zio (Cristopher Lee) della moglie (Paz Vega), una sorta di psicologo spagnolo ex collaboratore del dittatore Franco. A Roma, dove “Triage” è stato presentato come film d’apertura del festival, la critica si è divisa a metà. Noi siamo tra quelli che non l’hanno apprezzato molto.

Di “Francesca” , film rumeno presentato a Venezia, se ne parla da settimane. La Mussolini ha infatti denunciato un’offesa a lei rivolta nella sceneggiatura e ne voleva bloccare l’uscita. il risultato è stato solo una posticipazione della data di uscita di una settimana. Si parla di razzismo italiano e il punto di vista è quello dei rumeni. Tema attuale, gli applausi in Laguna furono parecchi, anche se a noi non ci ha convinto.

Con “Meno male che ci sei”, il regista Luis Prieto riesce finalmente a far notare il proprio nome. Nessuno infatti gli ha mai reso merito del successo del mocciano “Ho voglia di te”. Ora ritorna con una commedia non eccezionale, ma comunque per certi versi originale e allegra. Un’adolescente e una trentenne (Claudia Gerini). Ad unirle è il lutto per una persona amata da entrambe: sarà l’inizio di una bella storia al femminile su di un’amicizia.

Il debutto sul grande schermo del simpatico Checco Zalone è “Cado dalle nubi”. Si scherza sulle intolleranze (soprattutto sull’omosessualità), e qualche sorriso lo si ottiene. Dal palco di Zelig al grande schermo: abbiamo visto ben di peggio uscire da percorsi analoghi.

Altro film italiano è “La cosa giusta”, esordio alla regia dello sceneggiatore Marco Campogiani. Due poliziotti pedinano un ragazzo magrebino forse invischiato con il terrorismo islamico. Commedia, poliziesco, riflessione sociale, molti ingredienti per una pellicola concettualmente interessante.
Il quarto film italiano della settimana è “Senza amore”. Stavolta si parla di pedofilia, con tanto di madre complice dell’interesse crescente per suo figlio da parte di un vigile urbano. Cronaca nera, nerissima.