E’ raro che la gente ricordi il nome di un produttore. Forse perché lavora dietro le quinte o perché nell’immaginario comune rappresenta l’aspetto pratico e poco poetico dell’affare. Un mercante insomma, non certo un artigiano. Poi a stravolgere su scala mondiale quest’idea arriva J.J. Abrams, un ragazzo sorridente e gentile che nasconde dietro a un paio di lenti tonde occhi piccoli e intelligenti. E dunque è questo l’aspetto di chi investe su nuovi linguaggi e da vita con successo a universi paralleli e iperreali? A quanto pare si. Ed è sufficiente anche solo pronunciare il suo nome per far andare bene le cose. Costruirsi una simile fama a soli quarant’anni e sedurre l’intera industria di Hollywood non è mica uno scherzo. Eppure lui ci è riuscito con spirito imprenditoriale, coraggio da pioniere, e una mente tanto matematica quanto visionaria che riunisce nel ruolo di produttore anche quello di creatore. Anzi, di creatore seriale.
Nel suo curriculum televisivo, dopo l’esordio con la serie giovanile “Felicity”, da lui scritta, diretta e musicata (sì, sa anche comporre e suonare!) insieme all’amico Matt Reeves dal 1998 al 2002, è la volta di “Alias” che fa emergere un talento già maturo e in grado di scalare in breve tempo le classifiche dell’affollatissimo genere poliziesco cambiandone i connotati tradizionali. Grazie a questo show Abrams diventa il cocco della critica e conquista il grande pubblico.
Per la definitiva consacrazione però ci vuole qualcosa di più, un prodotto unico, ambizioso e colossale come “Lost”. Raffinatissimo connubio di dramma, fantascienza, filosofia, mistero, mistero e ancora mistero. Senza ombra di dubbio il suo capolavoro.
Con questa serie, J.J. diventa di diritto il caposcuola del rinnovamento più profondo dei meccanismi narrativi del piccolo schermo e non solo. La sua rivoluzione si estende e coinvolge internet attraverso campagne pubblicitarie sottili e sotterranee costruite ad arte per seminare nella rete indizi che diano una dimensione reale al suo show. Un esempio? Il sito ( www.oceanic-air.com ) della compagnia aerea Oceanic che annuncia la cancellazione di tutti i suoi voli in seguito al disastro aereo dell’815. Quello a cui assistiamo nell’episodio pilota di Lost, tanto per intenderci…
Ma J.J. non è geloso delle sue creature, non si ferma a contemplarne la bellezza e, al momento opportuno, sa lasciarle in custodia a sceneggiatori fidati per gettarsi con entusiasmo e instancabile curiosità in nuove avventure. Così si arriva a “Fringe”, la sua ultimogenita, che guarda un po’ a “ER” e un po’ a “XFiles” e mette in scena casi al limite tra scienza e paranormale cominciando ancora una volta da un aereo…
Chiaramente un nuovo successo.
NOTIZIE
Nostro J.J. della TV
Il curriculum televisivo di J.J. Abrams
31.01.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice