NOTIZIE

"Nora"

"Nora"

Nora

09.02.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
James Joyce e Nora Barnacle si incontrano in una strada di Dublino nel 1904. Lui ha ventidue anni, lei, due di meno. Nora è unirlandese doc, piena di vita e ribelle alle regole. Proprio per sfuggire al convento, dove lo zio minacciava di chiuderla, la ragazza scappa a Dublino, dove trova lavoro come cameriera in un albergo. Qui avviene lincontro fulminante con James Joyce, tornato a Dublino per assistere la madre morente di cancro da Parigi dove si era recato per studiare medicina, la sua seconda passione dopo la letteratura. Intraprendono una relazione di natura passionale e assoluta. Nello stesso anno esiliano in Italia, a Trieste, dove lo scrittore trova lavoro come insegnante alla Berlitz school. Le cose non vanno bene allinizio, i soldi non arrivano, la coppia vive di espedienti, Nora rimane incinta e dà alla luce, nel 1905, Georgio. Joyce è afflitto dallalcoolismo, ha problemi di vista e combatte con il suo morboso attaccamento alla compagna. Comincia lo stesso anno a scrivere Ritratto dellartista da giovane, romanzo a sfondo autobiografico, come lo saranno anche i successivi Gente di Dublino e Ulisse. Gli editori si rifiutano di pubblicare i suoi romanzi, accusati di perversione dai nazionalistici irlandesi e dalla corona britannica. Torna in patria per essere rifiutato e deriso, anche per la sua relazione con una donna del popolo come Nora, che nel frattempo ha avuto una seconda figlia, Lucia, e vive con lei nella villa di Trieste. Un rapporto epistolare sempre più intenso lega i due amanti. Fino a che Joyce fa ritorno a casa. Nora è la sua ispirazione e il suo tormento, la immagina concedersi a tutti, fino a dubitare della paternità dei suoi figli. Nora, esasperata fa ritorno alla casa paterna, a Galway, decisa a rimanervi per sempre dopo lennesima scenata di gelosia partorita dalla fantasia malata del marito. Joyce la raggiunge e la convince a tornare con lui ancora a Trieste. La famiglia si riunisce di nuovo, e per sempre. Nel 1914, dopo sette anni di rifiuti viene finalmente pubblicato Gente di Dublino.   Il commento. Nora della regista irlandese Pat Murphy, dovrebbe essere la storia di una donna forte, piena di humor, che con la sua volontà è capace di risollevare le sorti della propria tormentata unione. Dovrebbe essere il ritratto fedele di Nora Barnacle, che a Dublino ricordano come la ragazza che fuggì con un giovane e scandaloso scrittore. E questo in parte è vero. E vero però che lhumor anglosassone è sempre stato un mistero. Per non parlare di quello irlandese. Se la figura di Nora Barnacle è stata nella realtà oscurata da quella del celebre marito, se la sua funzione è stata quella di musa ispiratrice (ma lei forse si doveva sentire più una specie di carburante delle opere di Joyce, derubata della propria vita che veniva puntualmente tramutata in finzione) allora il film è fedele alla biografia della celebre coppia. Perché, comunque e sempre, Nora non emerge. Vorrebbe essere un punto di osservazione diverso del geniale scrittore, che con la sua personalità, resa da un Ewan Mc Gregor bravo come non lo vedevamo da tempo, offusca tutto il resto, risucchia quelle di chi gli vive attorno. Come Nora, che nella vita non è riuscita a venire fuori dal rapporto morboso con il marito, così Nora-Lynch, non riesce ad uscire fuori dal film, è come esiliata dentro Joyce-McGregor, ancora una volta, questo un bellaspetto, in ribellione al suo carattere vivo e libero. Mentre per lo scrittore lesilio, dentro unaltra persona o dalla propria patria che non lo accetta, è nella forma più pura, che al culmine del suo talento diviene esilio di parola, con uno stile narrativo sempre più ermetico, sempre più fedelmente specchio di se stesso. Forse la figura di Nora doveva essere tratteggiata meglio nel divenire, nel mutare del carattere in seguito allinnamoramento con lo scrittore. La nota positiva, che però non è resa adeguatamente peccando qua e la di noia, è che al contrario di altri film in cui la sessualità trasgressiva è elemento distruttivo di un rapporto damore (Ultimo tango a Parigi, Il danno), qui rappresenta il fondamento di una comunione sincera, davvero libera e legante allo stesso tempo.   In sintesi. Difficile, comunque, dopo aver visto Nora non prendere un libro di Joyce in mano e cercare questa donna tra le righe.  
FILM E PERSONE