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Non aprite quella porta: l'inizio

Texas, 1969. Quattro ragazzi stanno viaggiando verso il Messico, alla ricerca degli ultimi momenti di spensieratezza quando l'incontro con la terribile famiglia Hewitt cambierà la loro vita

Non aprite quella porta: l'inizio

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
   



Se mai nella storia della Hollywood contemporanea è stata realizzata una bieca operazione puramente commerciale, questa è senz’altro la produzione di questo falso prequel. Spacciare l’ennesimo, vacuo teen-horror per la storia della genesi della saga cult iniziata da Tobe Hooper, è una bassezza che una volta visto il film si rivela a dir poco irritante. A raccontare la “nascita” di Leatherface, di Hoyt e degli altri membri della famiglia Hewitt si sbrigano infatti i soli titoli di testa, ed un paio di scene sparse lungo la prima parte del film, inutili alla storia della pellicola e sinceramente superficiali nel caratterizzare i “mostri” protagonisti.

 

  Sbrigata l’apparentemente noiosa pratica di farci sapere la provenienza della deviazione che genera la violenza degli Hewitt, “Non aprite quella porta: l’inizio” si trasforma immediatamente in una copia abbastanza ridicola del film del 2003 di Marcus Nispel, seguendone pedissequamente ma senza nessuna inventiva la struttura narrativa ed i prevedibili colpi di scena. Jonathan Liebesman si dimostra un regista di non eccelse qualità e di scarsa vena artistica, limitandosi ad allestire una messa in scena patinata quando invece la forza estetica dei precedenti episodi stava proprio nella proposta di una visione “sporca” e deviata dell’America rurale. In questa pellicola invece anche le scene maggiormente splatter sembrano uscire fuori direttamente da videoclip, con luci sparate ed un’incoerenza estetica che denota un’evidente superficialità.

 


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