
Il film è stato accolto non troppo calorosamente e, come era facile aspettarsi, ha diviso il pubblico. È stato paragonato a L'albero della vita, altro blockbuster d'autore firmato da Aronofsky che, come questo Noah, ha diviso nettamente gli spettatori tra chi lo ama e chi lo odia. Il punto cruciale è che L'albero della vita (The Fountain, in originale) fu un flop al botteghino, e se questo Noah è simile, la Paramount potrebbe non essere troppo tranquilla.
“Noah è un film molto diverso da come viene pubblicizzato – scrive su Twitter Peter Sciretta, giornalista del sito Slashfilm – L'epica biblica incontra il fantasy, con un cuore filosofico”. E aggiunge: “Noah è un film che divide (non dal punto di vista religioso), come L'albero della vita avrà i suoi fan e i suoi detrattori. Io sono nella prima categoria per entrambi”. Devin Faraci di Badass Digest scrive: “Immaginate le serie esplorazioni filosofiche e di fede de L'ultima tentazione di Cristo, con una confezione alla Signore degli anelli”. “L'albero della vita è chiaramente il modello di Noah, almeno nel mix tra tono magniloquente e temi profondi. Se avete odiato L'albero della vita...”. Aspettiamoci, insomma, un film in cui “Aronofsky racconta l'intera storia dell'universo. Anthony Hopkins incenerisce un esercito con una spada infiammata”. “Non perdete Noah – afferma Peter Travers di Rolling Stone – Dimostra come un artista possa re-immaginare un episodio della Bibbia in termini epici e umani. È provocazione, non un sermone”.

Non tutti hanno adorato il film, come si diceva. Alex Billington di Firstshowing ha scritto: “La versione della storia biblica firmata da Aronofsky è solida, con alcune scene eccezionali e una forte attenzione ai personaggi su tutto. Mi è piaciuto in buona parte, ma non tutto”. A proposito delle potenziali reazioni dei cattolici, e in particolare del pubblico messicano, il critico radiofonico Mario P. Szekely ha commentato: “Non entreranno in sintonia con il protagonista, perché tradisce l'essenza del personaggio biblico, e il finale non è buono abbastanza”. “In generale non mi è piaciuto. Sembrava lento e l'ho trovato stancante”, il commento di uno spettatore.
La scelta di Città del Messico per questa anteprima non è stata casuale: l'America Latina è uno dei mercati chiave per Noah, dato che è il territorio con la più alta concentrazione di cattolici al mondo – circa 480 milioni di fedeli. Fare breccia in un pubblico del genere è importante per la Paramount, eppure, se hanno accettato La passione di Cristo, dovrebbero accettare anche questo.
Fonti: Slashfilm, The Hollywood Reporter