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Nicolas Cage matto come un cavallo in Color Out of Space, le prime recensioni del film tratto da Lovecraft

L'attore è un padre di famiglia che diventa pazzo dopo l'arrivo di un meteorite. Il film presentato a Toronto

11.09.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
La domanda è: quando c’è da interpretare un personaggio che dà di matto al cinema, prendendosi tutto il tempo per sperimentare una forma di espressioni fuori di testa che nessun altro attore è disposto a interpretare… chi chiamerai? Naturalmente Nicolas Cage. Pazzo. Ancora una volta. Sullo schermo la sua automobile non parte, e lui naturalmente inizia a dare pugni al tetto del veicolo. Per ben quindici secondi. 

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Così ritroviamo l'attore in Color Out of Space, horror fantascientifico tratto da Il colore venuto dallo spazio, uno dei più celebri racconti di H.P. Lovecraft. Il film viene proiettato in questi giorni al Toronto International Film Festival: Cage interpreta un padre di famiglia la cui vita e il cui equilibrio mentale collassano dopo che un meteorite precipita nella sua cittadina del New England. Un frammento alieno che cambia l'ambiente, dando vita a una nuova forma di vegetazione pronta a scatenare colori violacei nell’aria. Sarà l’inizio di una discesa nella follia per tutti i protagonisti, in particolare per la star Cage. 


 
Il film diretto da Richard Stanley (suo era Hardware - Metallo letale, thriller fantascientifico realizzato nel 1990) ha diviso la critica internazionale. Tutti però sono d'accordo su una cosa: è più un film di Cage che un’opera "lovecraftiana". 

“Per quasi tutta la seconda metà del film, i personaggi si comportano in maniera irrazionale – scrive Joe Lipsett su Bloody Disgusting -  Sono soggetti a improvvisi e violenti sbalzi di umore oppure reagiscono a eventi spaventosi come se fossero estranei ad essi. (…)  Color Out of Space vira verso il camp tutte le volte che Cage è in scena (…) il problema è legato al fatto che il pubblico è pronto a farsi una risata davanti a ogni singola battuta, dialogo o reazione dell’attore. Ispira risate anche quando lo vediamo recitare in scene serie o tenere. E non è una cosa da cui il film trae beneficio”. Anche Sarah Kurchak di Consequence of Sound sottolinea come sia proprio Cage il problema del film: “Il suo lavoro in questo nuovo film a volte rischia di sconfinare nella parodia di sé stesso”.

Tra i sostenitori dell'attore c’è Adam Nayman di CinemaScope: “Se il film diventerà un cult sarà grazie a Cage e al modo folle con cui pronuncia le sue battute. Quello funziona più delle atmosfere di Lovecraft e i temi filosofici”. Nayman richiama un altro celebre film interpretato da Cage: “I tic dell’attore, i suoi movimenti e il tono alto delle sue battute sembrano presi da Stress da Vampiro, il film che Cage ha interpretato nel 1988. Per esempio la sua elasticità emotiva, il modo in cui urla ai suoi familiari per poi scusarsi immediatamente dopo”. Jake Cole di Slant Magazine paragona la performance dell’attore a quella di un’icona del cinema: “Non diversamente da come faceva Jack Nicholson in Shining, Cage interpreta il ruolo di una ‘persona normale’ che scende gradualmente nella pazzia. Anzi, lo interpreta come un uomo che ha già degli elementi di pazzia dentro di sé, un qualcosa che è pronto a esplodere alla prima scintilla”.
 

 
La recensione di Chris Evangelista su Slashfilm culmina con un elogio dell'attore, perfino a discapito del film: “Non abbiate dubbi: guardarlo perdere la ragione è una cosa assolutamente da non perdere. E’ quasi impossibile provare a non ridere mentre l’attore sbrocca in scena. Il problema è che il suo lavoro sembra completamente distaccato da ogni altro elemento o personaggio del film e ci si ritrova dunque a non sopportare le altre scene senza di lui”. 
 
Cosa vuol dire esattamente “film di Nicolas Cage”? Risponde Charles Bramesco su The Playlist: “Un vero ‘Film du Cage’ perde ogni contatto con la realtà per abbracciare invece una certa libertà espressionista sia nella performance dell’attore sia nel tono generale (…) Questo adattamento da Lovecraft è una definizione perfetta di 'Film di Cage' sin dal primo momento in cui lo vediamo nei panni di un papà alcolizzato che urla ai propri figli di avere cura dei loro Alpaca. Lo sentiamo mettere forza nella seconda sillaba di “AL-PA-CA” e lasciare la terza sillaba sibilare per un secondo in più. Creando un nuovo strano modo di pronunciare quella parola. E con questo Cage si è assicurato il suo film”. 
 
Il colosso trade Variety boccia la prova dell’attore nella recensione di Dennis Harvey: “Il problema è Cage, che recentemente ci ha regalato alcuni dei suoi migliori personaggi matti (in particolare in Mom and Dad e Mandy), ma che qui sembra concedere troppo tempo a un eccesso di eccentricità senza troppo interesse per il resto del film”. Christopher Machell di Cinevue parla invece di rinascita trash dell'attore: “è bellissimo vedere Cage lasciare la zona nera della sua carriera vissuta all’inizio degli anni duemila con film action di serie D, e spostarsi invece verso un percorso cinematografico composto da film che sono ugualmente trash ma anche più ricchi e appaganti”.

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Al di là della performance di Nicolas Cage – che quest’anno ha girato ben cinque film - com’è Color Out of Space? Risponde Sarah Kurchak: “Con la sua follia spaziale, il gore instabile, le atmosfere disturbanti e colpi di scena esagerati - e tutto questo accade praticamente nello stesso momento - il film è senza dubbio un vero trip. Ma non si tratta di un trip che piacerà a tutti”. “Splendido, spaventoso. E folle” – scrive Jonathan Barkan su Dread Central. E Matt Goldberg di Collider parla di: “film realizzato da un fan di Lovecraft e rivolto ai fan di Lovecraft. (…) Quando si entra nel mondo dello scrittore bisogna sapere che tutto andrà abbastanza male per quasi tutti i personaggi e che non ci sarà soluzione all’orrore. Immaginate Poltergeist senza nessuno che corre in aiuto della famiglia. E con i fantasmi che alla fine vincono. Color Out of Space segue questo percorso”. 

Color Out of Space non ha ancora un distributore. Sarà presentato ai prossimi festival di Sitges e di Londra. 
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