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Nemiche - Voci e storie dal mondo
Un ciclo di documentari in onda il mercoledì sera su Raitre: reportage d'autore sulla condizione femminile nel mondo

14.03.2003 - Autore: Adele de Gennaro
Dopo aver mostrato la vita quotidiana delle donne del Camerun e dell\'Etiopia in \"Africa, afriche\", realizzato da tre registe africane, prosegue su Raitre il mercoledì sera alle 23,30 il ciclo \"Nemiche, voci e storie di donne dal mondo\", quattro reportage realizzati all\'interno del progetto \"C\'era una volta\", una vera e propria fabbrica Rai del documentario che propone storie di grande impatto emotivo.
Nonostante l\'orario della messa in onda sia penalizzante, l\'appuntamento del mercoledì sera non solo ha un pubblico fedele, ma riscuote anche successo di critica e apprezzamenti internazionali. Questi documentari, infatti, sono stati venduti a moltre altre tv estere, non solo europee, ed oltre ad aver vinto diversi premi hanno avuto un pubblico riconoscimento persino dall\'Onu. Il presidente Kofi Annan ha dichiarato recentemente: \"\'C\'era una volta\" è un programma che fa il punto sulle questioni dei nostri tempi, aiutando la gente a capirne di più: è un programma televisivo da imitare\". Sull\'onda di tali riconoscimenti arriva dunque mercoledi 14 marzo su Raitre \"La carne fresca\", un documentario realizzato a Fortaleza, in Brasile, da Silvestro Montanaro e Barbara Rossi Prudente, giovane regista vincitrice del premio Solinas 1999. In primo piano la storia di quattro bambine brasiliane, la loro quotidianità sotto il segno del turismo sessuale, che molto spesso parla italiano. Sul fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori non esistono ancora statistiche precise, comunque si calcola che ogni anno un milione di bambine e di bambini siano avviati alla prostituzione e, di questi, il 70 per cento è coinvolto nel circuito del turismo sessuale. E\' proprio \"la carne fresca\" - come raccontano alcuni italiani incontrati da Silvestro Montanaro - la vera motivazione dei viaggi all\'estero di molti nostri connazionali che, magari, dicono ai propri figli di aver bisogno di una vacanza dopo lo stress da lavoro. Lo sanno bene anche le giovani protagoniste del documentario, già terrorizzate di invecchiare a sedici anni, tanto da farsi accompagnare nei loro incontri da altri giovani reclute fra i nove e gli undici anni, carne nuova e fresca, disponibile come lo possono essere solo i figli della miseria.
Ma perchè chiamare questa nuova serie \"Nemiche\"? \"Abbiamo voluto questo titolo -spiegano gli ideatori del nuovo ciclo, Silvestro Montanaro e Pier Giuseppe Murgia - perchè da questi documentari appare come molti uomini, in giro per il mondo, vivono il rapporto con le donne e il loro corpo come se si trattasse appunto di nemiche\". Quel che è certo è che molti dei documentari realizzati nell\'ambito del progetto \"C\'era una volta\" sono stati non solo acquistati e trasmessi in diversi Pasi del mondo, ma sono stati anche utilizzati come testimonial per campagne sociali. Da ricordare, fra l\'altro, alcuni premi prestigiosi cone il Premio Flaiano per i documentari d\'autore, il premio televisivo internazionale Chiara d\'Assisi e diverse nomination al Festival di Montecarlo e agli Oscar di Montreal. Commenta Riccardo Scottoni, capostruttura di Raitre: \"Il progetto nato sulla carta per ricostruire all\'interno della Rai una \'fabbrica\' del documentario è andato in porto. Si sta ricreando quel capitale di professionalità a lungo invidiato ben oltre i nostri confini, per lanciare una testimonianza del nostro tempo fatta non solo di luci del varietà\".
Per gli appassionati del genere, da non perdere i prossimi due titoli del mercoledì sera. Il 21 marzo andrà in onda \"Divorzio all\'italiana\" di Kim Longinotto, un film completamente girato all\'interno del tribunale religioso per il divorzio di Teheran. Seguendo storie di vita ordinaria, l\'autore mostra un quadro inedito delle donne iraniane, decise nel far valere i loro diritti, nonchè la loro voglia di cambiamento. Le riprese all\'interno del tribunale forniscono un\'opportunità rara per conoscere il cuore di questa repubblica islamica e osservare la conflittualità inevitabile fra un codice antico e la sua applicazione ad una società in evoluzione. Il 28 marzo, infine, sempre alle 23,30, appuntamento conclusivo con \"Una donna tassista\" di Belkacem Hadjadj. Il documentario racconta la storia di Choumicha, vedova con tre figli che per sopravvivere infrange un tabù diventando l¹unica donna tassista di Sidi Bel Abbes,cittadina algerina dove l\'integralismo islamico detta legge. Attraverso la storia di questa tassista saranno mostrati i volti contraddittori della società algerina dove, fra difficoltà enormi, molte donne combattono ogni giorno per la libertà.