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Nadine Labaki: le donne porteranno la pace

Arriva nei cinema "E ora dove andiamo?" Abbiamo incontrato la regista

E ora dove andiamo? - Nadine Labaki

17.01.2012 - Autore: P.F.
Cinema libanese potente da risuonare anche a livello internazionale: da Toronto a San Sebastian. La forza di E ora dove andiamo? è pronta a contagiare anche le sale italiane. Un dramma mascherato da commedia e interpretato da un manipolo di donne forti e coraggiose che non hanno nulla da invidiare alle mujeres di Pedro Almodovar.

“Sono partita dalla storia di una donna, poi sono passata a raccontare l’intero villaggio – afferma Nadine Labaki – Ero incinta quando scrivevo il film e mi chiedevo in che mondo si sarebbe trovato questo bambino a crescere. Volevo condividere il punto di vista di madre di donna: da madre so che le mamme vogliono fare tutto quello che possono, per impedire ai figli di andare a morire in guerra”. E' così che sullo schermo le protagoniste inventano simpatici stratagemmi per evitare che l'odio tra Cristiani e Musulmani esploda una volta di più. 

Come mai l’utilizzo dell’ironia in un tema così drammatico?
Il fatto di mescolare la risata con gli aspetti drammatici è una cosa che mi viene naturale. Quando ti trovi di fronte a situazioni così assurde, a volte cerchi di superarle ridendo. L’ironia è una strategia di sopravvivenza, un modo per cercare di trovare la forza per riprendersi. E per me è una necessità. Desideravo che il film fosse una commedia più che un dramma e che riuscisse a provocare più risate che commozione.

Le donne portatrici di pace, sogno o realtà?
La guerra è una totale assurdità, un male che infliggiamo a noi stessi per niente o per cose per le quali non vale la pena uccidersi. È stata proprio l’esperienza della maternità a farmi concepire questa assurdità in modo più forte rispetto a prima. In un certo senso credo che le donne possano andare oltre il conflitto, possano quantomeno pensarci due volte prima di scegliere la guerra.

Alcune delle sequenze più riuscite del film sono quelle musicali…
Sono sempre stata una fan di Grease, e dei film Disney Biancaneve e Cenerentola. Non volevo fare un film politicizzato e i brani cantati e i balli mi hanno permesso di dargli un tocco fiabesco, quasi come se fosse una favola. Era proprio per sentirmi ancora di più in un racconto immaginario. Non diciamo mai che la storia è ambientata in Libano: in realtà è una storia così universale che potrebbe benissimo riguardare l'odio tra vicini di casa che vivono sullo stesso piano ma non si parlano e non si incontrano. O tra due squadre di calcio

E ora dove andiamo? in uscita il 20 gennaio, è distribuito da Eagle Pictures

 

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