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Muhammad Ali: sessant'anni di leggenda
Muhammad Ali, 60 anni oggi, rimarrà sempre The Greatest, il più Grande. Il sessantesimo compleanno di Ali (giovedì 17) è vissuto come un evento unico in tutto il mondo.

24.02.2006 - Autore: Giampiero De Andreis
Malgrado da più di vent’anni sia affetto dal morbo di Parkinson, i suoi successi siano lontani nel tempo e la boxe, lo sport che ne ha fatto una leggenda, viva una crisi che molti ritengono irreversibile, Muhammad Ali, 60 anni oggi, rimarrà sempre The Greatest, il più Grande.
Il sessantesimo compleanno di Ali (giovedì 17) è vissuto come un evento unico in tutto il mondo. In questi giorni sono fioccate le celebrazioni nei quattro angoli del globo e per mandargli gli auguri si sono scomodati, assieme ai tantissimi comuni mortali, addirittura dei capi di Stato.
Il motivo è che non stiamo parlando soltanto di uno sportivo, per quanto di successo. Ali è stato, oltre al più grande peso massimo di tutti i tempi, l’esempio per una generazione, il simbolo di riscossa per una razza subalterna, e infine, in tempi più recenti, un ambasciatore di pace di notevole successo.
È vero che molti considerano discutibili alcune sue posizioni radicali ai tempi della sua conversione all’islam e alcuni suoi atteggiamenti durante la sua carriera. Il suo arcirivale Joe Frazier, ad esempio, nero quanto lui e sicuramente di estrazione sociale inferiore, soffrì tantissimo dell’essere etichettato un “servo dell’uomo bianco” e la straordinaria vittoria contro Ali in quello che è considerato tuttora il match del secolo (8 marzo 1971) fu soprattutto frutto di questa incontenibile rabbia. Ma nel bene e nel male, Muhammad Ali va apprezzato per la fierezza con cui ha difeso le proprie convinzioni in momenti durissimi, la stessa fierezza con cui una volta, contro il picchiatore Ken Norton, riuscì a resistere in piedi dodici riprese con la mascella fratturata.