Much Ado About Nothing - La recensione da Toronto
Bianco e nero, attori poco conosciuti e una gran voglia di divertirsi: Joss Whedon goes indie
Ammettiamolo: l’accostamento tra
Joss Whedon e
William Shakespeare è probabilmente quello che mai ci saremmo aspettati di vedere sul grande schermo. E invece il regista di
The Avengers, nonché mente alla base di serie cult come
Buffy o
Dollhouse, ha deciso di adattare proprio una commedia del drammaturgo inglese,
Molto rumore per nulla. Non aspettatevi però lo sfarzo e la grande vena istrionica del
capolavoro diretto da Kenneth Branagh nel 1993, perché Whedon ha come al solito preferito fare tutto a modo suo. Bianco e nero, villa con giardino come unica location, attori pressoché sconosciuti al pubblico delle sale cinematografiche – un po’ meno presso gli affezionati delle serie TV. Quello che ne è uscito fuori è
un bizzarro home-movie dal sapore gustoso, senza pretese ma brioso e scanzonato. Niente di nuovo per carità, ma comunque riproposto con ironia e sano spirito indipendente, cosa che per un regista che ha appena realizzato un blockbuster capace di incassare un miliardo e mezzo di dollari non è per nulla scontata.
Il Toronto Film Festival ha gradito e quindi applaudito
Much Ado About Nothing, soprattutto a causa della spensierata interpretazione degli attori: su tutti
Alexis Denisof (chi ama la serie TV
How I Met Your Mother lo ricorderà nei panni dell’anchorman playboy Sandy Rivers), che sforna un Benedick guascone e un po’ piacione, divertentissimo nelle sue esibizioni fisiche da saltimbanco. Accanto a lui la bella e altrettanto convincente
Amy Acker, una Beatrice baldanzosa e dolcissima. Tra i volti più noti segnaliamo anche
Clark Gregg, ormai affezionato alle produzioni targate Joss Whedon, e un irresistibile
Nathan Fillion nelle vesti ingombranti dello sciocco Dogberry.
Chissà quale posizionamento sul mercato cinematografico americano troverà questo piccolo film tra amici realizzato dal nuovo Re Mida di Hollywood. Al di là del lato commerciale,
Much Ado About Nothing dimostra però che Joss Whedon è un cineasta che prima di tutto vuole divertirsi, a prescindere dalla portata del progetto che ha per le mani. Questo piccolo divertissement in fondo possiede lo stesso tono scanzonato e desideroso di giocare col pubblico.