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Morte nel caso Weinstein, si suicida la produttrice accusata da Rose McGowan

Jill Messick, produttrice ed ex manager della McGowan, si è tolta la vita. Aveva 50 anni

09.02.2018 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
E' morta Jill Messick, produttrice, dirigente di uno studio ed ex manager di Rose McGowan. La Messick si è suicidata. Aveva 50 anni. Nelle ultime settimane il suo nome era stato più volte pubblicato all'interno degli articoli riguardanti lo scandalo Harvey Weinstein, quando la stessa McGowan aveva accusato i suoi publicist, assistenti e manager di complicità e di silenzio dopo lo stupro subito. 
 
La famiglia della produttrice ha rivelato che soffriva di depressione e che era bipolare, ribadendo che la Messick non era in alcun modo coinvolta nelle violenze di Weinstein ai danni della McGowan e che, invece, ha provato a proteggere l'attrice. Nel comunicato si legge che la Messick era "distrutta" dopo aver letto il suo nome nelle notizie. E anche quando lo scorso mese gli avvocati di Weinstein avevano ripreso una sua dichiarazione di difesa nei confronti del produttore, a sostegno che la sue avances nei confronti della McGowan fossero consensuali. "Jill Messick era madre di due bambini, moglie piena d'amore. Cara amica per molti e brillante produttrice dell'entertainment. Era anche una sopravvissuta, in lotta con la depressione che è stata la sua nemesi per anni. Oggi non è sopravvissuta. Si è tolta la vita". 
 
"Leggere il suo nome nei titoli, ancora e ancora, come parte del tentativo di una persona di catturare l'attenzione per una sua causa personale -  e insieme al tentativo disperato di Harvey di rispondere alle accuse - è stata una cosa devastante. Ha distrutto Jill nel momento in cui la sua vita aveva appena iniziato a tornare sui binari giusti. Ciò che rende ironica la storia delle accuse imprecise di Rose è il fatto che Jill è stata in realtà la prima persona a difenderla e ha informato i suoi capi a proposito dei terribili eventi che hanno colpito l'attrice". 
 
La dichiarazione della famiglia parla anche di "essere vittime di una nuova cultura del condividere informazioni illimitate e di una volontà nell'accettare qualsiasi dichiarazione come verità. La velocità di quelle informazioni ha descritto Jill come persona inaffidabile, una cosa che lei non era in grado di affrontare. Né voleva farlo. Lei è uno dei danni collaterali di questa storia già spaventosa".

Fonte: The Wrap 
 
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