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Moon: Stregato dalla luna

A quarant'anni dalla storica impresa di Neil Armstrong, Duncan Jones, il figlio di David Bowie, debutta nella regia con uno dei film che hanno suscitato maggiore curiosità: Moon, distribuito da Sony Pictures.

Moon

04.12.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Era il 1969 quando Neil Armstrong metteva piede sulla Luna e dieci giorni prima, il 21 luglio, David Bowie pubblicava il primo 45 giri tratto dal suo secondo album: Space Oddity. Un pezzo fortemente influenzato dalla visione di 2001 – Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Moon, esordio nella regia di Duncan Jones - il figlio della mitica rockstar - è in qualche modo debitore proprio a quella canzone.

Il film, racconta infatti, la storia di Sam Bell, interpretato da un meraviglioso ed estraniato Sam Rockwell, spedito per tre anni sulla Sarang, una base lunare, a cercare Elio-3 e fonti di energia alternative per la Terra. Sam non comunica con nessuno, passa le giornate in completa solitudine, tranne che per il computer Gerty (la cui voce nella versione originale è di Kevin Spacey). Quando finalmente Sam sta per prepararsi a tornare a casa dalla moglie Tess, inizia però ad ammalarsi, colpito da forti dolori alla testa e da allucinazioni. Poi, un giorno, ritornando alla base dopo una giornata di lavoro, incontra sé stesso.

La frase di lancio del film di Duncan Jones non a caso è: “La Luna: l’ultimo posto in cui avresti pensato di trovare te stesso”. Il regista ha affermato: “Sono sempre stato un grande fan dei film di fantascienza, pellicole come Alien, Blade Runner e molti altri. Ma la vera ispirazione per Moon mi è arrivata da un libro scritto da un ingegnere spaziale, Robert Zubrin, che ha sempre riflettuto sulla colonizzazione dello spazio da parte dell’uomo. Questo si riflette sui film di fantascienza che ho sempre amato che, non sono quelli con gli effetti speciali, ma quelli che hanno usato questo genere per meditare sulla condizione umana”.