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Meryl, Julianne e Nicole
Tre vite riflesse - confuse, drammatiche, sghembe - a cui solo la letteratura sembra dare un senso.

07.03.2003 - Autore: Ludovica Rampoldi
Tre vite riflesse confuse, drammatiche, sghembe a cui solo la letteratura sembra dare un senso. Questo era lidea centrale del bellissimo romanzo di Michael Cunnigham, a cui il film si mantiene incredibilmente fedele. Sembra infatti che Cunnigham passerà alla storia come il primo e unico scrittore che si è trovato pienamente daccordo sulla trasposizione cinematografica di un proprio romanzo. E visto il successo, lo sceneggiatore David Hare sta preparando ladattamento cinematografico di un altro caso letterario: Le correzioni di Jonathan Franzen.
Unarchitettura leggera ed elegante, unintensa colonna sonora firmata da Philip Glass, e soprattutto una sinfonia di attrici da togliere il fiato. Ecco il segreto delle nove nomination allOscar. E un film che merita di essere visto in lingua originale, The Hours. Solo così si può apprezzare a pieno la vitalità disperata di ClarissaMeryl Streep, che singhiozza in una cucina assolata tagliando i gambi dei fiori, pensando alla felicità che è arrivata un pomeriggio destate del 1965 e non è più tornata.
La tensione nei sorrisi di Laura-Julianne Moore, che dopo Lontano dal paradiso continua a proiettare ombre oscure e minacciose sui rassicuranti anni 50, con i vestiti a vita alta, le macchine lunghe, i capelli vaporosi.
E soprattutto la voce ruvida, ironica, spigolosa, di Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf. Dopo aver recitato in russo in Bithday Girl, lattrice australiana si impadronisce di un perfetto inglese cimentandosi con il ruolo più difficile della sua carriera, e si candida in pole position per la statuetta come Migliore Attrice.
Eppure, la sua interpretazione ad alcuni non è piaciuta. I fan più intransigenti della Woolf hanno dichiarato che la sua Virginia è solo una pazza depressa, una caricatura. Hanno giudicato irritante la sua ossessione per il suicidio e imperdonabile lassenza delle sue passioni politiche. Per non parlare del naso finto, un vero insulto alla bellezza eterea della Woolf. Insomma, a detta dei detrattori, la Virginia di Nicole è strabica, abulica, assillante.
Malgrado ciò, il film, che in America è stato molto apprezzato dalla critica, è stato in qualche modo riconoscente a Virginia Woolf: Mrs Dalloway è in testa alle classifiche di vendite, e per la prima volta dal 1925, è diventato un best seller.