NOTIZIE

Mammuth - la nostra Recensione

Una magistrale interpretazione di Depardieu in un film originalissimo.

Mammuth - gerard depardieu

21.02.2010 - Autore: Andrea D'Addio, nostro inviato al Festival di Berlino
Dopo il graffiante “Louise Michel”, il duo francese Benoît Delépine - Gustave de Kervern ritorna con una storia grottesca intrisa di ironia sopra le righe. Vero e proprio mulo trainante della pellicola è un Gérard Depardieu più che mai inedito. Nonostante i quasi duecento film interpretati, mai avevamo visto l'attore transalpino così volutamente (per esigenze di copione, almeno speriamo) malandato. Capelli lunghi da surfista australiano, pancia da Obelix, volto appesantito e anziano ben oltre i sessanta due anni di età. E' lui il “Mammuth” del titolo. Nel film è un ex macellaio che parte alla ricerca dei suoi datori di lavoro passati perché gli rilascino dei documenti fondamentali per accedere ad una pensione con contributi più alti. Il viaggio, come per ogni storia cinematografica che si rispetti, diventa per lui l'occasione di ritrovare il proprio passato e guardare con un nuovo sguardo il futuro.

Mammuth

La forza di “Mammuth” è tanto nella sceneggiatura quanto nella regia. Il duo francese tratteggia sempre personaggi sopra le righe, uomini e donne in conflitto con il mondo, ma che riescono in qualche modo ad andare avanti per la loro strada. Non c'è tragedia nei loro percorsi, o almeno loro non la percepiscono mai. Nessuno può fermare la loro candida ingenuità.

Mammuth

La comunicazione verbale viene aggirata dalle azioni. Si arriva sempre direttamente al sodo grazie ad un montaggio che si potrebbe definire quasi brutale nel tagliare corto. I corpi sono più che mai materia su cui costruire significati. Era così in “Louise Michel” e la doppia sessualità dei protagonisti è così in “Mammuth” con il Gerard Dépardieu di cui abbiamo parlato sopra.. Per indagare la provincia francese Delépine e de Kervern scelgono immagini sgranate, quasi a suggerire quell'idea di “film e storia che non avrebbe nessun motivo per essere raccontata” che dà un finto senso di artigianalità al prodotto. Il loro occhio, al contrario, è più che mai studiato, attento ai dettagli, sempre alla ricerca del paradossale all'interno di un realismo su cui non possiamo contraddire: non lo conosciamo abbastanza. Il risultato è un film divertente e allo stesso tempo disturbante. Gran bel lavoro.
FILM E PERSONE