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Lo zoo di Crowe commuove, ma non tutti

La stampa USA guarda di buon occhio a "La mia vita è un zoo", ma c'è chi non tollera l'eccesso di melassa

La mia vita è uno zoo - Il cast

28.11.2011 - Autore: Marco Triolo
A sei anni dal suo ultimo film, “Elizabethtown”, Cameron Crowe è tornato con “La mia vita è uno zoo”, perfetta storia natalizia che racconta di un padre vedovo in lotta per ricostruire la propria famiglia e lo zoo che ha da poco acquistato. Aline Brosh McKenna (“Il Diavolo veste Prada”) ha adattato liberamente l'autobiografia di Benjamin Mee, spostando l'azione della campagna del Devonshire, in Inghilterra, alla California del sud. All'inizio del film, Benjamin (Matt Damon) lascia il suo lavoro giornalistico per acquistare uno zoo che si fa presto metafora del bisogno di ricostruire condiviso dai suoi due figli, l'adolescente Dylan (Colin Ford) e la piccola Rosie (Maggie Elizabeth Jones). Ma cosa ne pensa la critica?

Matt Damon in una scena

“Sicuramente il meno tipico dei film del regista – scrive David Rooney di The Hollywood Reporter – non riesce a evitare le voragini del sentimentalismo, e a volta esagera con le bizzarrie. Ma l'edificante storia ha cuore, umanità e la performance di Matt Damon è fortemente empatica”. Il film dunque non è privo di difetti: “L'altalena della suspence che porta alla grande riapertura diventa in qualche modo meccanica, con gli ostacoli che vengono gettati sul percorso del protagonista solo per essere superati tramite uno schema ripetitivo di disperazione seguita da sollievo ed esultanza”. Ma: “I personaggi sono scritti con sufficiente sincerità da far dimenticare le manipolazioni dello script”.

E' sostanzialmente d'accordo Germain Lussier di Slashfilm: “Lo script è ricco dei dialoghi perfetti che ci aspettiamo da Crowe, ma la storia è una riflessione piuttosto generica sulla redenzione e la famiglia”. Eppure: “Tutto si amalgama alla grande e ne esce un piacevole film per famiglie”. Il tema principale è, come accennato, la ricostruzione della famiglia dopo un trauma: “Perdere una madre o una moglie non è mai facile, ma mentre viene ristrutturato lo zoo, la stessa cosa accade alle emozioni e alle relazioni della famiglia. Il legame tra Benjamin e suo figlio Dylan è particolarmente efficace. Meno efficace la relazione pseudo-romantica con Kelly (Scarlett Johansson), la dolce ma lievemente ambigua guardiana dello zoo. La loro dinamica è tenuta in disparte per la maggior parte del film in favore della storia famigliare, e le due trame non si intrecciano mai”.

Damon e Scarlett Johansson

Tra le voci generalmente positive, se ne leva però una contrastante. E' quella di Devi Faraci di Badass Digest, che scrive: “Superficiale, vuoto e basato su cliché ritriti, 'La mia vita è un zoo' è mirato al pubblico che piange durante le pubblicità in TV, che si commuove leggendo i biglietti di auguri. E' un film che ha un solo momento vero e onesto, un momento che viene saggiamente risparmiato fino all'ultimo minuto. Ogni altra scena è falsa e manipolativa”. Certo, è evidente che i drammoni strappalacrime non sono per tutti, dunque mai come in questo caso i pubblici si divideranno, al di là dei meriti reali del film.

La mia vita è uno zoo”, in uscita in Italia il 16 marzo, è distribuito da 20th Century Fox. Per saperne di più, guardate il trailer.

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