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Lo show delle meraviglie

17 Settembre 2001. Dopo vent'anni di trasmissione e indiscussa popolarità ritorna con l'autunno lo show di Maurizio Costanzo.

Intervista a Maurizio Costanzo

14.03.2003 - Autore: Teresa Manuela Plati
17 Settembre 2001. Dopo ventanni (o giù di lì) di trasmissione e indiscussa popolarità ritorna con lautunno lo show di Maurizio Costanzo. Nel corso dellanno chissà cosa ci riserverà il conduttore che, come i migliori illusionisti, continua a tirare fuori dal suo cilindro i personaggi più curiosi in circolazione, o (bisogna riconoscerlo) quantomeno dà un parola a tutti: pranoterapeuti, testimonial di folletti, stimati medici, noti economisti, casalinghe e, a dire il vero, sono pochi coloro che non hanno qualcosa di interessante da raccontare. Cosa tirerà fuori ancora dal cilindro? Forse un bel coniglietto bianco. Il giornalista e conduttore che in aprile ha prestato il suo volto per una serie di gialli nella quale si calava nei panni di Hitchcock apparendo allinizio e alla fine di ogni episodio per commentarne la morale, sicuramente non si arrenderà di fronte alla presenza di un concorrente diretto come il collega Fabio Fazio, alle prese con il suo nuovo show a breve in onda su La 7. Come gli sia venuto in mente di strutturare un programma nel quale la principale attrazione fossero gli ospiti in studio, con il solo accompagnamento di qualche stacco musicale, è un mistero. Sembrerà una cosa scontata ma non è certo una trovata da poco, come i migliori comici in grado di crearsi una spalla con chiunque gli capiti a tiro. Lillusionista dai toni gentili, amato e odiato, si è costruito una fortezza. Grazie alla discrezione, allaria sorniona e accattivante, alle velenose frecciatine che ha lanciato nel corso delle 19 edizioni del programma. Del resto il mix della trasmissione non poteva che essere vincente: gli identici stacchi, la medesima musica di apertura per anni, il conduttore che saluta il pubblico prima di presentare gli ospiti, il palco che compare, le luci che da soffuse lo diventano meno fino al momento in cui i protagonisti assumono un volto. I piccoli riti ripetuti (musica, saluti) che producono un non so che di rassicurante, la particolarità degli argomenti e del personaggio che (ed è capitato più di una volta) può essere anche un semplice spettatore che se ne sta lì tranquillo ad ascoltare. Costanzo può essere più o meno amato ma larte di dare spazio anche allimprovvisazione non è da tutti, considerando il fatto che molti adorano comparire in tv e costruire le situazioni prima di andare in onda. E se si aggira sullo schermo come una presenza inquietante da anni un motivo ci sarà, del resto nessuno costringe il pubblico ad accendere la tv proprio su quel canale ogni sera.        
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