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Little Eric & Big Eric

L'ultimo film di Ken Loach, Il mio amico Eric, è un piccolo/grande gioiello su come possiamo affrontare i momenti duri, di svolta, nella nostra vita. Per il postino Eric sarà il calciatore Eric a fargli da personal trainer nella sua tosta esistenza.

Il mio amico Eric

26.11.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
In Provaci ancora Sam, Woody Allen si rivolgeva ad Humphrey Bogart per chiedergli consigli su come affrontare la sua realtà. Nel film di Loach siamo a Manchester e il suo protagonista è un postino di mezza età Eric Bishop (un grande Steve Evets) che si trova in un momentaccio: pochi soldi, un incontro con la moglie da cui è separato da 30 anni, complicati rapporti con i figli, un grande amore per il calcio e il pub con gli amici. Un giorno però il suo idolo calcistico, Eric Cantona si materializza in carne, ossa e muscoli, per dargli istruzioni sulla vita, l’amore e lo sport. Come dicono i cinesi - e un francese: “Se hai paura di tirare i dadi, non farai mai un sei”.

Ci sono sempre più scelte di quante crediamo”, questo è lo slogan dell’ennesimo bellissimo film diretto dal regista inglese. “Dopo due film molto duri e impegnati come In questo mondo libero e  Il vento che accarezza l’erba – ha detto Loach –avevo deciso che il prossimo progetto sarebbe stato più ‘leggero’. Ne andava della mia salute mentale”. All’ultimo Festival di Cannes, dove è passato in concorso, la frase: “I am not a man… I am Cantona”, seguita da un sorriso e da una pacca sulla spalla era diventato un vero tormentone tra gli aficionados.

Un giorno mi hanno detto che Eric Cantona voleva incontrarmi – ha affermato Loach – ed era vero. Da quel momento io, e il mio sceneggiatore di fiducia Paul Laverty, abbiamo pensato una storia che lo potesse coinvolgere a 360 gradi ed è nato Looking for Eric”. Una pellicola unica, imperdibile, del più coerente e integro degli autori dell’impegno, dove si ride, si piange e si partecipa alla vita del protagonista. Dal 4 dicembre al cinema distribuito dalla Bim.