Leggete la nostra intervista a David S. Goyer su Da Vinci's Demons dal Roma Fiction Fest.
Così Da Vinci's Demons diventa un “fantasy storico”, nelle parole del suo creatore, ovvero una serie che, benché affondi le radici nella ricerca e nella documentazione – Goyer si è recato di persona a Firenze e ha consultato i diari di Leonardo con la consulenza della docente di storia della scienza Paula Findlen – si prende parecchie libertà narrative. Come ad esempio una relazione con Lucrezia Donati (Laura Haddock), amante del potente Lorenzo de' Medici (Elliot Cowan). Oppure il fatto che il giovanissimo Niccolò Machiavelli (Eros Vlahos) sia un discepolo di Da Vinci, o che lo stesso protagonista faccia uso di droghe e sappia tirare di spada come un personaggio di Errol Flynn. È un po' la contraddizione alla base della saga di Batman: realismo a più non posso, ma fino a un certo punto, ché dopotutto sempre di finzione si tratta.
“Leonardo è una delle persone più celebrate della storia – ha dichiarato Goyer ai giornalisti, riuniti in una sala affrescata di Palazzo Vecchio – È una figura mitica e mi piace rendere questo tipo di personaggi reali e umani. La serie, però, non è solo su Leonardo, ma su come lui esista nella nostra immaginazione, perché è bigger than life”. Goyer non fugge dagli ovvi paralleli con Batman Begins, con cui il pilot della serie ha anche in comune un fondamentale flashback all'interno di una caverna buia. “Prima ancora della Gioconda, mi colpisce il fatto che Leonardo abbia ideato il mantello di Batman – sostiene, riferendosi a un rudimentale deltaplano che Da Vinci sperimenta nel primo episodio – C'era una somiglianza con la storia di Bruce Wayne e in comune c'era l'idea di mostrare l'umanità del protagonista. Begins era Batman prima di Batman, questo è Leonardo prima di Leonardo”. Goyer spende parole di elogio per il suo primo attore: “Se c'è una cosa che non può essere simulata è l'intelligenza e quando abbiamo visto l'audizione di Tom, abbiamo capito che era lui l'attore giusto per la parte”.
Riley coglie la palla: “La serie racconta come Da Vinci sia diventato quello che è diventato. Avere una mente così superiore può condurre all'arroganza, e l'arroganza è sempre pericolosa. Ma d'altra parte si impara sbagliando”. Anche l'attore sguazza nei paragoni con i supereroi di Goyer: “Leonardo aveva un super-potere, e quello era la sua mente”. E conclude: “Io ne ho cercato il lato umano, con il quale tutti possono identificarsi: la ricerca della perfezione. A questo proposito mi viene in mente un aneddoto. In una delle sue ultime note, Leonardo scrive: 'tornerò presto, ma ora devo andare perché la zuppa mi si sta freddando'. Credo che in questo ci sia la chiave per avvicinarsi al personaggio”.
Da Vinci's Demons verrà trasmesso in Italia su Sky da Fox, a partire dal 22 aprile. Nei prossimi giorni, i nostri incontri esclusivi con i membri del cast.
