Il principale imputato del 2007 è a nostro avviso il cosiddetto cinema “mainstream” americano, o meglio tutta la schiera di blockbuster che hanno sbancato i botteghini internazionali ma che invece hanno proposto soluzioni estetiche e soprattutto narrative molto al di sotto degli standard abituali.
Primo tra tutti “Spider-Man 3”, che ha scelto di moltiplicare a dismisura storie, antagonisti ed effetti speciali a scapito di una coerenza strutturale interna e dell’approfondimento psicologico dei vari personaggi. Non è certo andata meglio con la terza puntata di “Shrek”, incapace di offrire le scatenate gags degli altri episodi e soprattutto clamorosamente fallimentare in un finale addirittura noioso.
Ma il punto più basso di quest’anno è stato raggiunto con “Harry Potter e l’ordine della fenice”, affidato ad un regista sconosciuto ed inadatto a maneggiare un colosso del genere: risultato? Un film pesantissimo ed inerme, mai capace di interessare lo spettatore. Alla fine il tanto vituperato “Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo” è risultato, pur con tutti i suoi difetti, il blockbuster più interessante e meno scontato nelle sue soluzioni visive. Pessimi a nostro avviso anche “Ghost Rider”, “300”, “I fantastici 4 e Silver Surfer”, “Die Hard: vivere o morire” ed il recentissimo “La bussola d’oro”.
Ma anche il cinema cosiddetto d’autore ha riservato le sue cocenti delusioni. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, “Un’altra giovinezza” era uno dei titoli più attesi, soprattutto per il ritorno di Francis Ford Coppola dietro la macchina da presa dopo ben dieci anni. Beh, quello che abbiamo visto è un lungometraggio troppo pretenzioso e confuso, che ha evidenziato la ruggine del suo autore nel gestire in particolar mondo le esigenze narrative interne alla pellicola stessa.
Peggio ancora è riuscito a fare Quentin Tarantino, che col bislacco “Grindhouse – A prova di morte” ha dimostrato che fare cinema soltanto per se stessi significa nella maggior parte dei casi immolarsi sull’altare dell’autoreferenzialità.
Ed il cinema italiano? Verrebbe quasi voglia di cambiare discorso…A Cannes nessun film in concorso, in compenso a Venezia sono stati presentati tre lungometraggi che hanno dimostrato in pieno lo stato di crisi profondo della nostra cinematografia, almeno a livello puramente artistico. E neppure al momento possiamo consolarci o ripararci nel cinema di genere, vista la qualità piuttosto bassa che ultimamente ci hanno riservato pellicole come “La terza madre” di Dario Argento o “Il nascondiglio” di Pupi Avati, oppure dei teen-movies nostrani che quest’anno hanno continuato la scia lanciata negli ultimi tempi - vedi grosse delusioni come “Scrivilo sui muri” o l’esperimento fallito di “Cemento armato”, andati molto male anche la botteghino.
Se, come dovrebbe, la nostra industria di cinema saprà imparare dai propri errori, un maggiore equilibrio tra le esigenze del pubblico e quelle della funzionalità sarà probabilmente la strada da intraprendere.


NOTIZIE
Le Delusioni del 2007
Dovendo tirare le somme di un intero anno di cinema, ci si deve per forza confrontare anche con quanto non ha mantenuto fede alle aspettative.

18.12.2007 - Autore: Adriano Ercolani