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L'aria (condizionata) del Festival
Il piccolo paese creato attorno al Palazzo del Cinema e all'ex-casinò è fatto di bar, localetti, stand di cinema straniero, spazi che invitano a provare le proprie capacità attoriali.

12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
Mentre i film si alternano senza tregua e dietro a ogni ingresso le file si snodano lunghissime, appassionati, cultori, esperti e critici cercano momenti di riposo dalla fatica più grande: soddisfare il desiderio di vedere il maggior numero di film... Il piccolo paese creato attorno al Palazzo del Cinema e all'ex-casinò è fatto di bar, localetti, stand di cinema straniero, spazi che invitano a provare le proprie capacità attoriali... Ma per il vero relax è solo uno il luogo che ha saputo conquistarsi adeguata fama, tanto da diventare in pochi giorni un 'cult', punto di riferimento anche per attori, registi e produttori, quelli che di solito tendono a evitare gli spazi pubblici... Il Garden chill out in Venice (digital is relax) è un oasi fatta di materassi e grandi cuscini, poltrone, sofa e lettini all'ombra degli alberi e degli ampi tendaggi, sotto ai quali esperti praticano giorno e notte massaggi Shiatsu. Ottime degustazioni, composizioni di frutta freschissima, oltre a programmazioni musicali degne di nota. Dal mattino a notte inoltrata, il Giardino accoglie i suoi visitatori all'insegna della filosofia propria di Digicittà, un consorzio che fonda i suoi principi sull'ospitalità e appunto il relax. Francesca Neri, la giurata italiana, vi si aggirava l'altra sera, tra Virzì e numerosi attori italiani del cast di "Velocità Massima", mentre ieri Cacciari sedeva comodamente in poltrona rifiutando qualsiasi domanda inopportuna. Attesissimo il passaggio di John Malkovich e Milla Jovovich. E sarà un piacere per il popolo del festival vedere da vicino le star, quest'anno costrette a una brevissima passerella e, semmai, visibili sulla darsena che accede al mitico Hotel Excelsior. Ben diversa l'atmosfera di altri stand riservatissimi, aperti solo a poche personalità (spesso illustri sconosciuti), dediti alle pratiche del pavone di fronte alla folla cui l'accesso è negato. Magari sono quegli stessi critici cinematografici che, durante le conferenze stampa, all'ultima domanda, si avvicinano silenziosi verso il banco per poi scagliarsi sulle star implorando un autografo. Un vero piacere è allora la presenza della graffiante iniziativa di Gianni Ippoliti: "Ridateci i Soldi". Un premio per le migliori stroncature: grandi pannelli su cui sono affissi numerosi bigliettini scritti dal vero pubblico, quello degli appassionati paganti. Spesso bistrattati, lasciati fuori nonostante il biglietto o stipati in spazi miseri, sono loro i più sinceri, pronti a dire tutto quel che pensano di "Public Toilette" o di Edoardo Ponti, figlio della Loren. Velocissimi soprattutto a mettere in evidenza le falle dell'organizzazione. E tra i problemi, ce n'è uno che svetta: l'aria condizionata. Altissima in ogni sala, in terribile contrasto con il caldo del Lido, sta provocando una fila di caduti, un pubblico sotto antibiotico. Così, tra le voci liberate da Ippoliti si leva alto un grido. Sperando che l'aria condizionata della Mostra e gli antibiotici del pubblico non debbano diventare metafore tristemente azzeccate per l'edizione 2002.