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La rivoluzione nel sangue

E' uno degli attori più moderni e versatili che il cinema francese abbia mai conosciuto. Daniel Auteuil ha studiato recitazione a Parigi, nel bel mezzo delle rivolte studentesche

Daniel Auteuil

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
 

I suoi genitori lo concepirono durante una tournée teatrale in giro per il mondo. Erano due cantanti di operetta. E Daniel Auteuil passò la maggior parte della sua fanciullezza dietro le quinte di qualche teatro. Era un figlio d’arte, destinato anche lui a calcare le tavole del palcoscenico.

A diciassette anni, lascia definitivamente Avignone (sua città natale) per trasferirsi a Parigi. Avrebbe studiato canto e recitazione e si sarebbe mantenuto con qualche lavoretto saltuario. Ma correva l’anno 1968 e Parigi era il cuore pulsante della rivoluzione studentesca. Il giovane Auteuil partecipa alle occupazioni, ai sit-in e alle manifestazioni di piazza. Preso dalla politica e accecato dalla voglia di cambiare il sistema, riesce a farsi respingere sia dal conservatorio che dalla scuola di recitazione.

La sua formazione non fu mai accademica. L’istinto era la caratteristica principale di un talento innato. Superata la tempesta della rivoluzione, i primi lavori con la compagnia del Théâtre National de Paris.

Nel 1975 Gérard Pirès lo vuole per “Appuntamento con l'assassino”, al fianco di Catherine Deneuve e Jean-Louis Trintignant. Da questo momento, inizia la prestigiosa gavetta da attore cinematografico di Daniel Auteuil.

La grande occasione viene nel 1986 con “Jean de Florette” (che gli vale un premo César) e “Manon delle sorgenti” di Claude Berri con Yves Montand e Gerard Depardieu.

Più o meno a questo periodo risale la sua storia d’amore con  Emmanuelle Béart (anche lei figlia d’arte), conosciuta proprio sul set di “Jean de Florette”. I due rimasero insieme per undici anni e diedero alla luce due figli. 

La carriera di Daniel Auteuil prosegue attraverso una serie di ruoli magistralmente interpretati. Si dice che sia uno degli attori più moderni che la storia del cinema francese abbia mai conosciuto: moderno nei gesti, moderno nelle pieghe del volto.

Nel 1996 il Festival di Cannes gli assegna il riconoscimento di miglior attore per “L’ottavo giorno" di Pascal Van Dormael, storia surreale dell’amicizia fra un quarantenne in crisi e un giovane affetto dalla sindrome di down. Nel 1999 di nuovo un César per “La ragazza sul ponte” di Patrice Leconte.

Il suo grande pregio si chiama versatilità. Il prossimo week-end uscirà in Italia Una top model nel mio letto(La Doublure), divertente commedia  di Fancis Veber.

Per quel che riguarda i suoi prossimi impegni, Auteuil è già diviso fra un set e l’altro. In programma “L’Entente cordiale di Vincent De Brus, Mon meilleur ami di Patrice Leconte e Les Disparus di Jacques Audiard.