Qualche anno fa ad Hollywood
circolava la seguente leggenda metropolitana: “ Arrivate ai 40’, le attrici
possono appendere le scarpette al chiodo e dichiarare di essere ufficialmente
in pensione”. Tanto leggenda non era, dal momento che molte delle belle
speranze degli anni 80 si sono perse per la strada, o meglio, per il viale del
tramonto che più che legato al sogno di
celluloide è attanagliato dalle spietate leggi del mercato: seno alto, sedere
sodo e non una ruga sul volto della bella di turno.
Produttori e gota del
cinema non hanno mai pensato ad una storia d’amore tra un ventenne e una
cinquantenne, mentre il contrario sembra sempre molto plausibile (complici i
veri casi di gerontofilia tipo Zeta Jones-Douglas), così facendo le schiere dei
matusalemme sono rimaste sempre folte e sempre verdi mentre la controparte
femminile durava, appunto, il tempo di una stagione: quella delle ventenni
quasi trentenni in fiore. Poi il cambiamento.
Ci voleva una bomba di
adrenalinica ironia come Sex and The City per
cambiare le carte in tavola, non solo nel cinema ma anche nella realtà
sociale: Carry & Co sono belle, fighe, alla moda e vicine alla boa dei 40 e
oltre, ma fanno proseliti all’audience televisivo. Se Kim Cattral a 50 anni suonati fa la leonessa da
materasso, perché non dare spazio anche alle allegri giovincelle coetanee?
Hollywood ha capito il potere della donna matura e l’ha sfruttato, tanto che
agli Oscar di quest’anno, la più giovane era la magnetica Kate Winslet, mentre
le altre quattro candidate ondeggiavano anagraficamente tra i 45 e i 70! In
questo subbuglio ormonale e artistico, la “fabbrica dei sogni” fa gran spolvero
della belle dive mature, quelle che alla bellezza aggiungono un arma non da
poco: la bravura. E se una terza giovinezza la stanno vivendo in tante, dalla
Streep a Helen Mirren, ora è il turno di una piacevole riscoperta: Ellen
Barkin.
Il nome non è di quelli da
associazione lampo con il volto, ma basta dare una manciata di titoli delle sue
pellicole che, come per magia, tutto ritorna in maniera chiara, anche nella
mente dello spettatore più distratto. Nata nel lontano 1954 a New York, Ellen
Barkin ha pensato bene di investire la sua giovinezza sui libri e tra i banchi
di scuola: diplomata alla High School of Performing Arts di New York (quella
di Saranno Famosi), si laurea in Recitazione e in Storia Moderna all’Hunter
College e trascorre ben sette anni ad apprendere tutti i segreti del Metodo del
blasonato Actor’s Studio.
Tra un esame
e un provino, lavora come cameriera fino a quando viene contattata per le prime
particine importanti in alcune soap opera. Ma il vero colpo di fortuna arriva
solo nel 1982 con A cena con gli amici
di Barry Levinson: budget ridotto ma cast di future stelle, tra cui Mickey
Rourke. La critica si accorge di lei ed iniziano a piovere i primi copioni:
Harry e Son di Paul Newman, Daunbailò di Jim Jarmuch e Siesta di Mary
Lambert. Ed è con questo pasticciaccio simil d’autore che il nome di Ellen Barkinprende piede in maniera preponderante.
Vestita di rosso, in una trama confusa e
ridicola che mischia Kafka con il preludio erotico di Like a Prayer di Madonna,
la regista Mary Lambert crea un unicum per l’attrice che dimostra una perfetta
duttilità nell’interpretare un personaggio scomodo e complesso. Molto nudo,
molto sangue e molto sesso con Gabriel Byrne, che Ellen Barkin porta all’altare
un anno dopo e con cui avrà ben due figli, Jack e Romy Marion. Seduzione
Pericolosa affianco di Al Pacino e The Big Easy con Dennis Quaid la
incoronano sex symbol di fine anni 80, complici di questo titolo numerosi
scorci di nudo nelle due pellicole.
Maledettismo e decisione sono le
caratteristiche che l’attrice sfoggia al fianco di Mickey Rourke in Johnny il
bello, film manifesto del 1989 diretto da Walter Hill, forse la miglior
interpretazione dell’attrice. Poi la commedia, che le viene servita su un
vassoio d’argento da un maestro del calibro di Black Edwards in Nei panni di
una bionda. I botteghini esultano e l’attrice scopre la sua vena ironica nei
panni di un uomo che morto si incarna in una donna, e sempre di ironia è venata
la sua interpretazione assieme a Jack Nicholson di Il Gatto e la volpe. Il film
è mediocre ma gli attori fanno faville.
Poi il silezio. Pochi copioni, molti
scadenti e approssimativi per l’attrice non più in età con gli standard e con i
fisici siliconati e rassodati da pilates e yoga; a dire il vero, Ellen Barkin
non è mai stata una bellezza canonica: volto squadrato e opaco, occhi piccolini
e fisico minuto. Ma davanti l’obbiettivo mostrava una grinta e una padronanza
da mettere k.o. tutte le giovani starlette in circolazione. Dopo l’oblio, la rinascita, prima con il
folle Terry Gilliam che gli offre una parte in Paura e Delirio a Las Vegas
poi con Todd Solondz, il “maledetto” regista, amato ed odiato in egual misura
,che la vuole nel suo film scandalo
Palindromes.
Matura, sanguigna e sexy
come non mai, la Barkin divorzia da Gabriel Byrne e sposa Ron Perelman: non le
è andata male, dal momento che, il neo marito è un multimiliardario ed è il
proprietario della famosa casa cosmetica Revlon. Con le rughe d’espressione ma
con una grinta micidiale, Ellen Barkin è di nuovo tra noi grazie a Steven
Soderbergh che nel gioioso Ocean 13 le ha affiancato un partner d’eccezione: Al
Pacino. La coppia di arzilli fa scintille e ruba la scena ai glamourosi partner
Damon e Cloney, quasi a ribadire che “gallina vecchia fa buon brodo”. Ben
tornata Ellen.
NOTIZIE
La rivincita delle 'anta'
Se una terza giovinezza la stanno vivendo in tante, dalla Streep a Helen Mirren, dalla Zeta Jones a Sharon Stone, ora è il turno di una piacevole riscoperta: Ellen Barkin
10.07.2007 - Autore: Gabriele Marcello