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La rivincita delle 'anta'

Se una terza giovinezza la stanno vivendo in tante, dalla Streep a Helen Mirren, dalla Zeta Jones a Sharon Stone, ora è il turno di una piacevole riscoperta: Ellen Barkin

Ellen Barkin

10.07.2007 - Autore: Gabriele Marcello
  Qualche anno fa ad Hollywood circolava la seguente leggenda metropolitana: “ Arrivate ai 40’, le attrici possono appendere le scarpette al chiodo e dichiarare di essere ufficialmente in pensione”. Tanto leggenda non era, dal momento che molte delle belle speranze degli anni 80 si sono perse per la strada, o meglio, per il viale del tramonto  che più che legato al sogno di celluloide è attanagliato dalle spietate leggi del mercato: seno alto, sedere sodo e non una ruga sul volto della bella di turno.

Produttori e gota del cinema non hanno mai pensato ad una storia d’amore tra un ventenne e una cinquantenne, mentre il contrario sembra sempre molto plausibile (complici i veri casi di gerontofilia tipo Zeta Jones-Douglas), così facendo le schiere dei matusalemme sono rimaste sempre folte e sempre verdi mentre la controparte femminile durava, appunto, il tempo di una stagione: quella delle ventenni quasi trentenni in fiore. Poi il cambiamento.

  Ci voleva una bomba di adrenalinica ironia come Sex and The City per cambiare le carte in tavola, non solo nel cinema ma anche nella realtà sociale: Carry & Co sono belle, fighe, alla moda e vicine alla boa dei 40 e oltre, ma fanno proseliti all’audience televisivo. Se Kim Cattral a 50 anni suonati fa la leonessa da materasso, perché non dare spazio anche alle allegri giovincelle coetanee?

Hollywood ha capito il potere della donna matura e l’ha sfruttato, tanto che agli Oscar di quest’anno, la più giovane era la magnetica Kate Winslet, mentre le altre quattro candidate ondeggiavano anagraficamente tra i 45 e i 70! In questo subbuglio ormonale e artistico, la “fabbrica dei sogni” fa gran spolvero della belle dive mature, quelle che alla bellezza aggiungono un arma non da poco: la bravura. E se una terza giovinezza la stanno vivendo in tante, dalla Streep a Helen Mirren, ora è il turno di una piacevole riscoperta: Ellen Barkin.

  Il nome non è di quelli da associazione lampo con il volto, ma basta dare una manciata di titoli delle sue pellicole che, come per magia, tutto ritorna in maniera chiara, anche nella mente dello spettatore più distratto. Nata nel lontano 1954 a New York, Ellen Barkin ha pensato bene di investire la sua giovinezza sui libri e tra i banchi di scuola: diplomata alla High School of Performing Arts di New York (quella di Saranno Famosi), si laurea in Recitazione e in Storia Moderna all’Hunter College e trascorre ben sette anni ad apprendere tutti i segreti del Metodo del blasonato Actor’s Studio. 

Tra un esame e un provino, lavora come cameriera fino a quando viene contattata per le prime particine importanti in alcune soap opera. Ma il vero colpo di fortuna arriva solo nel 1982 con  A cena con gli amici di Barry Levinson: budget ridotto ma cast di future stelle, tra cui Mickey Rourke. La critica si accorge di lei ed iniziano a piovere i primi copioni: Harry e Son di Paul Newman, Daunbailò di Jim Jarmuch e Siesta di Mary Lambert. Ed è con questo pasticciaccio simil d’autore che il nome di Ellen Barkinprende piede in maniera preponderante.

Vestita di rosso, in una trama confusa e ridicola che mischia Kafka con il preludio erotico di Like a Prayer di Madonna, la regista Mary Lambert crea un unicum per l’attrice che dimostra una perfetta duttilità nell’interpretare un personaggio scomodo e complesso. Molto nudo, molto sangue e molto sesso con Gabriel Byrne, che Ellen Barkin porta all’altare un anno dopo e con cui avrà ben due figli, Jack e Romy Marion. Seduzione Pericolosa affianco di Al Pacino e The Big Easy con Dennis Quaid la incoronano sex symbol di fine anni 80, complici di questo titolo numerosi scorci di nudo nelle due pellicole.

Maledettismo e decisione sono le caratteristiche che l’attrice sfoggia al fianco di Mickey Rourke in Johnny il bello, film manifesto del 1989 diretto da Walter Hill, forse la miglior interpretazione dell’attrice. Poi la commedia, che le viene servita su un vassoio d’argento da un maestro del calibro di Black Edwards in Nei panni di una bionda. I botteghini esultano e l’attrice scopre la sua vena ironica nei panni di un uomo che morto si incarna in una donna, e sempre di ironia è venata la sua interpretazione assieme a Jack Nicholson di Il Gatto e la volpe. Il film è mediocre ma gli attori fanno faville.

Poi il silezio. Pochi copioni, molti scadenti e approssimativi per l’attrice non più in età con gli standard e con i fisici siliconati e rassodati da pilates e yoga; a dire il vero, Ellen Barkin non è mai stata una bellezza canonica: volto squadrato e opaco, occhi piccolini e fisico minuto. Ma davanti l’obbiettivo mostrava una grinta e una padronanza da mettere k.o. tutte le giovani starlette in circolazione.  Dopo l’oblio, la rinascita, prima con il folle Terry Gilliam che gli offre una parte in Paura e Delirio a Las Vegas poi con Todd Solondz, il “maledetto” regista, amato ed odiato in egual misura ,che  la vuole nel suo film scandalo Palindromes

Matura, sanguigna e sexy come non mai, la Barkin divorzia da Gabriel Byrne e sposa Ron Perelman: non le è andata male, dal momento che, il neo marito è un multimiliardario ed è il proprietario della famosa casa cosmetica Revlon. Con le rughe d’espressione ma con una grinta micidiale, Ellen Barkin è di nuovo tra noi grazie a Steven Soderbergh che nel gioioso Ocean 13 le ha affiancato un partner d’eccezione: Al Pacino. La coppia di arzilli fa scintille e ruba la scena ai glamourosi partner Damon e Cloney, quasi a ribadire che “gallina vecchia fa buon brodo”. Ben tornata Ellen.