Difficilmente un
lungometraggio che ha avuto così tante traversie produttive, o meglio
divergenze tra la produzione ed il reparto artistico, ha poi trovato un
equilibrio così perfetto tra narrazione e potenza dell’immagine. Circola voce
che la Warner
ha costretto il regista a rimontare il film per ben due volte, fino ad arrivare
alla versione che è stata presentata qui a Venezia, e che ha impreziosito
notevolmente questa rassegna; risulta evidente che tutti coloro che hanno
partecipato a questa avventura cinematografica lo ha fatto con la massima
dedizione e convinzione nel progetto: dalla fotografia densissima ed
incommensurabile di Roger Deakins alle musiche struggenti di Nick Cave, tutto
partecipa alla fortuna di questa elegia western che a momenti va ben oltre un
tipo di rappresentazione puramente crepuscolare. La messa in scena è
costantemente permeata da un senso di fatalità quasi impalpabile, eppure
fondamentale: più che del lavori degli ultimi tempi, “The Assassination of
Jesse James” molto deve allo spirito revisionista degli anni ’70, in
particolare ad alcune opere più rarefatte di Arthur Penn.
Andrew Dominik
padroneggia con grande ispirazione un’opera che
anche nelle sue due ore e mezzo abbondanti rimane comunque sempre
fluida, dolorosa, splendidamente tratteggiata nei caratteri e nelle atmosfere.
Realismo e poetica personale dell’autore si fondono nel realizzare un film
struggente, che merita assolutamente di essere tra i favoriti per il Leone
d’Oro. Trattandosi di un lavoro che esplora – e supera – i confini del genere
cinematografico per eccellenza, probabilmente questo non o favorirà presso la
giuria: in tal caso potrebbero essere prese in considerazione le performance
dei due protagonisti. Se Brad Pitt è sicuramente aiutato dalla statura del suo
personaggio, fornendo un’interpretazione comunque efficacissima, il vero
capolavoro attoriale lo ha compiuto però Casey Affleck, capace di costruire un
Robert Ford le cui sfaccettature psicologiche vengono cesellate con minuzia e
commovente fragilità.


NOTIZIE
La rappresentazione del western
"Jesse James" è un'opera davvero notevole, addirittura impressionante, che consegna meritatamente al regista ed all'intero cast lo statuto di 'autori' di cinema

02.09.2007 - Autore: Adriano Ercolani