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"La partita"

"La partita"

La partita

14.04.2003 - Autore: Alessandra Galassi
1929. Nella regione italiana dei Laghi si sta per svolgere il campionato mondiale di scacchi, al quale partecipano campioni provenienti da ogni parte del mondo. Alexander Luzhin, giocatore professionista molto originale, si reca nello splendido posto per vincere la sua partita. Lì incontra la ricca Natalia che, colta dimprovviso dalla corte dello strano personaggio, finisce per cedergli. Si scopre di volta in volta che Luzhin ha avuto uninfanzia tormentata dal fallimento del matrimonio dei genitori e dal suo affidamento ad un maestro di scacchi, che lo inizierà alla professione. Gli scacchi diventeranno il suo scopo di vita, anche dopo labbandono del maestro. Alla gara, tuttavia, si presenta anche questi, riapparso dal passato, desideroso di veder perdere il suo ex allievo.   Il commento Uno splendido paesaggio italiano, quello delle rive del lago di Como, e un soggetto importanteo tratto dallomonimo romanzo di Nabokov, non bastano a rendere La partita (La difesa di Luzhin) un film così interessante. E vero che di un gioco matematico e preciso come gli scacchi non si parla mai al cinema ed è vero che gli appassionati del genere hanno poche occasioni per sentirsi coinvolti, ma la pellicola di Marleen Gorris (la stessa che ci aveva allietati con Lalbero di Antonia anche vincitore di un premio Oscar) non rende alla perfezione gli stati danimo e le angosce che contraddistinguono il protagonista e quindi tutta la vicenda. John Turturro nel ruolo di Luzhin, sempre impeccabilmente bravo e intenso, ed Emily Watson nel ruolo di Natalia, carina e vivace, non riescono a dare un elevato spessore ad un film che, senza le loro interpretazioni, sarebbe assolutamente piatto. Una nota di rilievo va fatta anche per quanto riguarda il resto del cast, a Stuart Wilson che, nella parte del cattivo Valentinov, conferma le sue doti di bravo interprete, e a Geraldine James, nel ruolo della madre di Natalia, che rende a tratti molto vivace una storia dallo sfondo drammatico e triste. Tuttavia la miscela di interpreti bravi, di scenografi eccezionali e di una regista premiata con lOscar, non rendono la sceneggiatura così limpida e precisa da far percepire le sottili linee di confine esistenti tra la pazzia e la stranezza, che contraddistinguono il personaggio di Luzhin. I problemi dellinfanzia, il trauma del padre e della zia amanti, labbandono da parte del maestro, non sono resi sufficientemente bene per poter far comprendere lepilogo drammatico del film. Inoltre, le riprese si susseguono in sequenze a volte anche monotone, che non vivacizzano il bel paesaggio ma lo appiattiscono fino a farne unimmagine-cartolina.   In sintesi Una storia damore impossibile tra una ricca ereditiera russa e uno stralunato giocatore di scacchi, sbocciata nello splendido paesaggio nordico italiano, alla fine degli anni Venti.   Il giudizio Poteva essere un bel film, ma la sceneggiatura e la monotonia delle riprese lo rendono piatto. Bravo come sempre John Turturro.  
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