Il regista John Cameron Mitchell, autore del trasgressivo “Shortbus”, torna al cinema con un film che meno esplicito, ma altrettanto sconvolgente nel destrutturare le certezze borghesi: s'intitola “Rabbit Hole”, ed è un dramma finanziato e interpretato da Nicole Kidman.
La star, nominata all'Oscar per il ruolo, interpreta Becca Corbett, donna felicemente sposata e madre di un figlio. Quando questi muore in un incidente d'auto, lei e il marito Howie (Aaron Eckhart, sempre più richiesto) dovranno ridefinire la loro esistenza, circondati da un paesaggio surreale fatto di amici e familiari eccessivamente invadenti nelle loro cure. Mentre Howie si rinchiude nei ricordi, Becca comincia a frequentare il giovane fumettista Jason (Miles Teller), colui che ha travolto con l'auto e ucciso suo figlio.
Il film è tratto da un lavoro teatrale di David Lindsay-Abaire, che ha adattato il testo per il grande schermo. “Ne ho letto una recensione sul New York Times – ricorda la Kidman – e ho subito chiamato il mio partner produttivo Per Saari chiedendogli di andarla a vedere quella sera stessa. L'ha fatto e mi ha anche mandato il testo, che ho letto immediatamente. Poi ci siamo messi in contatto con David Lindsay-Abaire e siamo stati fortunati, perché volevamo che scrivesse la sceneggiatura”. L'attrice riconosce che il film si addentra in temi spaventosi, per un genitore: “Per una madre è il luogo più terrificante, ma allo stesso tempo è importante. La vita può essere crudele e dolorosa. Volevo rendere giutizia a questo sentimento, anche per chi ha perso una persona amata. Non se ne parla tanto spesso nei film, ed è un peccato”.
Nonostante la lunga e dorata carriera, per la Kidman “Rabbit Hole” è solo il secondo film da produttrice (dopo “In The Cut”) e il primo in cui esercita contemporaneamente il ruolo di protagonista.
"Rabbit Hole" è distribuito nei cinema da Videa-CDE
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09.02.2011 - Autore: Marco Triolo