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La guerra nelle favelas
E' una a tirata d'orecchio a molti critici e a molta stampa quell'Orso d'Oro assegnato a Berlino al discusso film "Tropa de elite", accusato di violenza e fascismo oltre che di offesa alla polizia brasiliana.

06.03.2008 - Autore: Luisa Manenti
Al contrario il discusso plot di Tropa de Elite genera inquietudine: è la storia di Capitan Nascimento, un capitano delle teste di cuoio brasiliane che assieme ai suoi due luogotenenti combatte il narcotraffico accorgendosi con differenti sfumature che il Male, con la M maiuscola, trova le sue radici dentro e fuori dai territori fuorilegge delle favelas e che per sconfiggerlo bisogna farsi malvagi. Aggrappati alla purezza delle intenzioni, questi uomini concepiscono violenze e torture ma perdono in cambio la propria anima e il proprio equilibrio mentale.
La favela di Tropa de Elite non è romantica. Le organizzazioni non governative che ci lavorano rischiano di diventare dei complici involontari di una gerarchia criminale. I giovani bene della Zona Sul che vanno a cercare un po’ d’erba nelle bocas de fumo finanziano dei banditi sanguinari che bruciano vivi i traditori in quello che in gergo viene chiamato il microonda e illuminano con strazianti torce umane le vette dei morros. Questa non è leggenda, questa è la realtà come probabilmente realtà è la corruzione dei poliziotti che sopravvivono con stipendi da fame.
Anche questo è Brasile e José Padilha lo rappresenta con grande efficacia e semplicità, e ci voleva Costa-Gavras, presidente della giuria a Berlino e conoscitore del paese, per riconoscere la validità di questo allarmante messaggio, che non individua buoni e cattivi né vuole prospettare soluzioni o cedere a facili moralismi.