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La "giaguara" e P.P.P.

La "giaguara" e P.P.P.

Venezia, Pier Paolo Pasolini

02.10.2001 - Autore: Filippo Cosmelli
In una famiglia così borghese come quella di Teorema (1968), film tra i più discussi di Pasolini, la serva Emilia è lunica a non essere borghese, ed è la sua non appartenenza alla classe senza salvezza a riservarle la metamorfosi meno sofferta; affrontare lincontro con il sacro distinto, con la logica arcaica del mito e rivelarne infine la santità. Non a caso un ruolo così emblematico per lopera di Pasolini è affidato a Laura Betti. Il rapporto tra il regista e lattrice arriva qui allapice di un sodalizio che dura in realtà fin dai primi esperimenti in campo teatrale di Pasolini. Lincontro tra i due avviene nel 56 e coincide per Pasolini con la ripresa dellattività drammaturgica dopo i tentativi giovanili. Il legame con Laura Betti è più di una felice adattabilità ai ruoli spesso difficili che Pasolini le ritaglia; come lui la Betti si muove su percorsi originali, in contesti diversi e provocatori. Da Bologna, dove è nata, a Milano e a Roma, Laura Betti si esibisce come cantante jazz, per debuttare nel 55 nel teatro (ne \'I Saltimbanchi\' con Walter Chiari e nel \'Cid\' di Corneille con la compagnia di Enrico Maria Salerno). Lanno successivo entra nella compagnia BrignoneSantuccio, con cui prende parte a \'Il crogiuolo\' di Miller con la regia di Visconti. Ma è cantare il modo despressione più originale per la Betti. La giaguara, che in quegli anni si impone sulla scena come la cantante degli scrittori (nello spettacolo Giro a vuoto, del 1960, la Betti interpreta canzoni con testi, tra gli altri, di Calvino, Bassani, Soldati, Flaiano, Moravia e dello stesso Pasolini) è per Pasolini la chiave per un approccio ad un teatro in grado di tenere vivo un fermento che la produzione ufficiale non riesce neanche ad esprimere. La Betti è testimone e partecipe della metamorfosi del linguaggio pasoliniano dalla parola scritta alla \'parola orale\'. \"Italie Magique\", il dramma umoristico sulla crisi delle ideologie, verrà scritto per lei e molti sono i progetti, non realizzati, che testimoniano il sodalizio tra i due. Al teatro seguirà, appunto, il cinema. Ne \"I Racconti di Canterbury\" la Betti è la donna di Bath che sintetizza con la sua \'volgarità\' tutto lo sparlare moraleggiante dei personaggi di Chaucer. Ne \"La Ricotta\" interpreta uno dei due poli entro cui tutto il film si svolge, ma questa volta non è il personaggio proletario, ma laltrettanto inconsapevole Diva del cinema. Ed è ancora la Betti la buffa Desdemona in \"Cosa sono le Nuvole. Frequente è poi luso della sua voce, che già aveva attratto Pasolini ai tempi di Giro a vuoto. E suo il dopppiaggio della Signora Vaccari in \"Salò\" e di Madame Klotz in \"Porcile\". Questa fittissima collaborazione, che può risolversi anche in dei piccoli cammei (la turista in \"La terra vista dalla luna\") dimostrano senzaltro un debito reciproco di lucidità e capacità despressione. Il sodalizio artistico tra Laura Betti e Pierpaolo Pasolini è il sodalizio di due anime in rivolta e la memoria che lattrice continua tenacemente a tener viva con numerose iniziative -dall\'istituzione del Fondo Pasolini al film presentato allultimo Festival di Venezia- ci offre un altro spunto per ammirare unartista che continua a rappresentare quella amara consapevolezza della realtà che la morte di Pasolini ha lasciato troppo spesso in ombra.  
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