NOTIZIE

La divina Sharon

Quattordici anni dopo l'universale successo di Basic Instinct l'attrice più intelligente (154 di Q.I) e più bella d'America torna ad essere Catherine Tramell

sharon stone

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
È incredibile pensare che il nome di un’attrice possa diventare immortale per un solo film. Anzi, per una sola scena. A dirla tutta, né un gran film né una grande scena. Ma Sharon Stone è una grande attrice. Con un unico, lieve, sfuggente movimento delle gambe ha marchiato a fuoco la storia del cinema.

Quattordici anni dopo l’universale successo di Basic Instinct l’attrice più intelligente (154 di Q.I) e più bella d’America torna ad essere Catherine Tramell, algido e peccaminoso sogno degli anni Novanta. Alla macchina da presa questa volta c’è Michael Caton-Jones, e già cominciano le prime indiscrezioni sul film che uscirà nel 2006 con il titolo di Basic Instict 2 – Risk Addiction. Si preannuncia una pellicola bollente, stando per lo meno al tipo di querelle che ha sollevato. L’attrice italiana Alessandra Martinez, per esempio, ha lasciato il set dopo insistenti pressioni della Stone, causate, a quanto pare, da una scena di sesso orale. Nel film, come ha annunciato l’attrice stessa, c’è molto sesso, ma per le riprese più azzardate la Stone non ha esitato a pretendere una controfigura. 47 anni si fanno sentire anche per le statue.

La carriera della bellissima attrice comincia nel 1975 con il titolo di Miss Pensylvania. Lasciandosi alle spalle una famiglia umile ma unita la diciassettenne vola a New York dove comincia a guadagnare i primi soldi da modella. Il debutto al cinema è in grande stile, diretta da Woody Allen in Stardust Memories nel 1980 finchè, dopo alcuni ruoli minori, nel 1990 fa scalpore con un servizio di Play Boy dove posa nuda e fin troppo disinibita. Decisione quanto mai assennata in realtà, perché nel 1990 è al fianco di Schfartznegger in Atto di forza e nel 1992 Verhoeven la sceglie per Basic Instict. Seguono film di scarso successo, come Sliver (1993) e Pronti a morire (1995). Con Diabolique (1996) sembra risollevarsi ma la prova decisiva è Casino di Martin Scorsese dove l’attrice, a metà tra l’isterica sfrenata e la femme fatale, dà la sua più clamorosa prova di recitazione. Ma la Stone sembra perseguitata da un inspiegabile sfortuna, a cui collabora forse un intuito non proprio infallibile nella scelta dei film. Sebbene brava e bella, comincia ad infilare un flop dietro l’altro. Anche di fronte alla sua bravura, pubblico e registi non riescono a riscattarla dall’immagine di Catherine Tramell. Galeotta fu la scena e chi la scrisse. Il declino continua, impietosamente prematuro. Gloria, La dea del successo, Oscure presenze a Cold Creek, qualche pubblicità di bigiotteria e Martini fino all’inverosimile, ributtante Codice Homer, che in un colpo solo stronca lei e il povero Rupert Everett.

Ci voleva un film da botteghino per salvarla dalla catastrofe, e la Stone, che di momentacci ne ha passati parecchi tra cui un aneurisma nel 2001, non molla e entra nel cast di Catwoman (2004), dove è più bella e più dinamica che mai. Jim Jarmush l’ha voluta nel cast di Broken Flowers (Gran Prix al Festival di Cannes) che presto uscirà anche in Italia. Con Il secondo Basic Instict la Stone riuscirà forse a liberarsi del primo.

FILM E PERSONE