NOTIZIE

La custode di mia sorella, una famiglia al bivio

Nel nuovo film di Nick Cassavetes Cameron Diaz è una madre alle prese con un dramma famigliare. Una figlia malata di leucemia e una sorella che potrebbe salvarla. Grande cast per un film che pone problemi etici e tragici. Dal 4 settembre nei cinema.

La custode di mia sorella

21.07.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Cameron Diaz, Jason Patric, Sofia Vassilieva, Abigail Breslin e Evan Ellingson. Questi sono gli attori scelti da Nick Cassavetes, figlio del leggendario John e di Gena Rowlands, per la sua nuova pellicola, “La custode di mia sorella”, tratto dal romanzo di Jodi Picoult. Quando nasce Kate (Vassilieva), Sara Fitzgerald (Diaz) e il marito Brian (Patric) sono felici, ma la loro gioia si trasforma in paura quando alla piccola viene diagnosticata una rara forma di leucemia. Il figlio Jesse (Ellingson) non ha il dna compatibile con la sorella e la salute di Kate diventa il fulcro dei problemi del nucleo famigliare, tanto che i due genitori decidono di concepire un terzo figlio nella speranza che possa salvare la ragazzina. E così nasce Anna (interpretata da quel piccolo/grande talento che è Abigail Breslin) e lei è la copia genetica di Kate. Ma dopo undici anni di cure e ricoveri ospedalieri, i reni di Kate non funzionano più e viene chiesto ad Anna di sottoporsi ad un trapianto. A 11 anni Anna dice di no, si rivolge ad un avvocato (Alec Baldwin) e scatena un putiferio etico-morale tra consanguinei, amici, medici e giuristi. Anche perché il suo rifiuto potrebbe essere letale per Kate.

La custode di mia sorella

Cameron Diaz è stata la prima scelta di Cassavetes per il ruolo della madre e la bionda attrice, più famosa per le commedie che per i suoi ruoli drammatici afferma: “Appena ho letto il copione ho subito capito che quello di Sara poteva essere una grande sfida per me come attrice e come donna. Volevo sapere chi era e perché prendeva certe decisioni. L’analisi del personaggio è stato estremamente coinvolgente e sono grata a Nick di avermi offerto questa possibilità”. “Inoltre quando diventi celebre l’industria e il pubblico tendono ad identificarti con certi ruoli e io sono ben vista nella parte della romantica svampita, ma so anche di avere altre possibilità”.

La custode di mia sorella

Da piccola mia madre mi diceva che ero un frammento di cielo blu arrivato nel mondo perché lei e papà mi volevano tanto bene. Solo dopo ho capito che non era vero”, recita Anna in una battuta del film. Abigail Breslin, magnifica nella parte della giovanissima figlia che dice no a decisioni prese da altri, sostiene: “Anna sa che i genitori saranno furiosi con lei e che tutti penseranno che è egoista e cattiva. Ma c’è di più dietro il suo rifiuto, ci sono dei motivi”. “Il libro – racconta Cassavetes – mette di fronte il lettore e ora lo spettatore a problemi e soluzioni che tutti noi sentiamo profondamente e ci spinge a chiederci come reagiremmo in quella situazione. Mi sono commosso e ne sono rimasto affascinato dalla prima all’ultima pagina. Così ho chiamato lo sceneggiatore di 'Le pagine della nostra vita', Jeremy Leven, e insieme abbiamo cercato di narrare degli eventi potenzialmente troppo sentimentali nella maniera più realistica e sincera che ci è stata possibile”.

La custode di mia sorella

Questo è l’aspetto che più mi ha convinto della sceneggiatura – dice la Diaz – Non so se leverei qualcosa ad un figlio per darlo ad un altro. Sono domande a cui non si può rispondere se non stai nel bel mezzo del caos psicologico che emerge da una circostanza tragica. Per di più Nick Cassavetes ha due figlie di 20 anni affette da cardiopatia congenita. Lui sa cosa significhi soffrire, essere disposti a qualsiasi sacrificio o follia nella speranza che i propri figli stiano bene, guariscano, sopravvivano e siano felici. Quella del film è anche la sua storia, molto di lui c’è nel personaggio di Brian. Io non sono madre ma credo di sapere cosa voglia dire amare profondamente e volere fare di tutto per aiutare un’altra persona. Mi riconosco in Sara e nel suo non arrendersi mai. L’aspetto etico di una decisione, invece, dipende anche dal grado di disperazione di chi ne è coinvolto. E questo vale anche per l’aborto e l’eutanasia. Non mi permetto di dare giudizi, né tantomeno consigli”.

Per saperne di più:

Guardate il trailer del film




FILM E PERSONE