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La caduta degli ultracorpi

Affrettato e molto poco interessante, "The Invasion" delude sia dal punto di vista del racconto sia sotto quello strettamente cinematografico.

The Invasion

12.10.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Giunti al terzo remake “ufficiale” del capolavoro di Don SiegelL’invasione degli ultracorpi”  (Invasion of the Body Snatchers, 1956), bisogna forse capire che è giunto il momento di fermarsi, vista il deprimente risultato a cui si è arrivati con quest’ultimo lungometraggio firmato Oliver Hirschbiegel. A ben guardare poi non tutti i rifacimenti precedenti si erano rivelati riusciti: se “Terrore dallo spazio profondo” (Invasion of the Body Snatchers, 1978) si era rivelato un capolavoro assoluto del cinema di fantascienza degli anni ’70, molto meno interessante era stato invece “Ultracorpi: l’invasione continua” (Body Snatchers, 1993) di Abel Ferrara.

Ma torniamo a quest’ultimo lavoro che, va detto subito, ha la parziale scusante di essere stato sottratto dalle mani del regista già in fase di riprese ed essere stato terminato da altri (si vocifera James McTeigue, rampollo dei fratelli Wachowsky, a loro volta fedeli del produttore Joel Silver). Si capisce abbastanza bene che in fase di montaggio il progetto originale deve essere stato stravolto in favore di un prodotto che privilegiasse l’adrenalina all’introspezione psicologica ed al lavoro di sottile tensione che caratterizzava i precedenti lavori. Il risultato è clamorosamente eterogeneo, e sopratutto incapace di trasmettere allo spettatore il necessario senso di angoscia, catalizzatore fondamentale ad esempio nei film di Kaufman e Siegel. Una storia del genere ha bisogno di un suo ritmo disteso e stratificato per iniziare ad insinuare nel pubblico l’ansia della contaminazione, e successivamente il terrore dell’omologazione inerme a cui porta il cambiamento. Tutti i simbolismi potenti e le metafore presenti in una simile storia vengono in “The Invasion” sacrificate in favore di un racconto adrenalinico ma superficiale, che rende il tutto molto simile al solito filmetto di zombie a cui siamo stati abituati da troppo anni a questa parte.

Affrettato e molto poco interessante, il film di Hirschbiegel – ma è giusto accreditarle lui come autore di questo film? – delude prima di tutto dal punto di vista del racconto, ma non funziona neppure sotto quello strettamente cinematografico: la confezione è smaccatamente leccata, a tratti addirittura asettica, ma non “fredda” come ad esempio sarebbe stato più logico richiedere alle ambientazioni, e non contribuisce quindi in nessun modo a montare il senso di distacco dalla realtà che dovrebbe attanagliare i protagonisti.
Dal canto loro, la Kidman e soprattutto Daniel Craig si rivelano ben presto fuori ruolo ed inadeguati alle proprie figure.

Viste le ormai leggendarie traversie che ha dovuto affrontare “The Invasion” prima di arrivare nelle sale cinematografiche, esprimere un giudizio definitivo su un simile “mostro” smembrato e ricostruito svariate volte risulta decisamente difficile. Una cosa è certa: ciò che è arrivato la cinema è totalmente deludente, e non rende alcuna giustizia ad un’idea che è una dei topos più riusciti della storia del cinema di fantascienza.