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Ken Loach rivela L'altra verità

Il regista inglese porta lo spettatore nell'inferno dell'Iraq, un posto molto lontano da quello rappresentato nei film di Hollywood

Ken Loach e Paul Laverty

20.04.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
“Se c’è una cosa che davvero mi disturba sono tutti quei film di Hollywood incentrati sulla guerra in Iraq che ritraggono i soldati americani come le vere vittime”, questa è l’unica verità per Ken Loach che, dopo aver portato in scena il grande amore per un fan nei confronti del suo calciatore preferito nel magnifico Looking for Eric, torna a temi più cupi, rinnovando di gran lunga la sua dose di rabbia.

L’altra verità è il suo nuovo lungometraggio, presentato a sorpresa all’ultima edizione del Festival di Cannes, lo scorso maggio. La storia di un ex membro delle SAS che decide di indagare sulla morte del suo migliore amico, rimasto ucciso sulla Route Irish, il percorso che collega l'aeroporto di Baghdad nella zona dominata dall’esercito americano. Nell’esplorare l’inferno iracheno, Loach cerca di dosare sentimenti dolorosi e thriller di inchiesta, a volte anche a costo di perdere il ritmo. L’altra verità segna la sua ennesima collaborazione con il fidato sceneggiatore Paul Laverty: “Io e Paul abbiamo trovato questa storia per raccontare l’Iraq di oggi – ha detto Loach – e il nostro protagonista è un uomo che nella ricerca della verità, ad ogni passo si avvicina all’annullamento totale della sua anima”.

Non mancano le scene capaci di colpire dritto al cuore chi guarda: dalla struggente sequenza dell’apertura della bara, alla telefonata in Iraq per avvertire una madre della morte del figlio. L’altra verità, sebbene non tra i migliori del grandissimo Loach, rappresenta comunque un cinema coraggioso e capace di puntare il dito per bene verso i fabbricanti di morte.

Il film è distribuito nelle sale dalla BIM


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