Non chiediamo a Kelsey Grammer quale sia stato il poster nella sua stanza quando era un teenager. Non ce n'è il bisogno, dal momento che siamo quasi certi che su quel muro c'era un autoritratto. Quello di una persona che ha incassato duri colpi dalla vita e comunque determinata a ottenere il suo posto tra le vette del successo.
La recensione di BOSS
"Niente domande personali" è una delle frasi con cui i publicist spesso tentano di intimorire i giornalisti prima delle interviste. Grammer non ha mai nascosto le tragedie che lo hanno colpito sin da giovane, quando la sorella fu rapita e uccisa da un serial killer nel 1975: "All'epoca ci è voluto tanto tempo soltanto per pensare di poter ritrovare una ragione di andare avanti" - ha detto in passato. Il suo curriculum nuziale conta tre divorzi e un nuovo matrimonio, dal quale ha avuto il suo quarto figlio. Celebre negli USA per aver interpretato il Dr. Frasier Crane in oltre 400 episodi tra la serie Cin Cin e lo spinoff Frasier andati in onda per due decadi dal 1984, Grammer è tornato a riabbracciare il successo di massa con Boss, da lui interpretato e prodotto. "Questo show non cerca di cambiare l'America. Mi interessava di più rielaborare in chiave shakespeariana la corruzione della politica attuale". Lo incontriamo in occasione della presentazione della serie al Roma Fiction Fest, dove apriamo parlando subito del suo status di fiero repubblicano a Hollywood.
Qualche anno fa hai interpretato un politico progressista, molto lontano sia dal sindaco di Boss che dal tuo credo politico...
Ti riferisci a Bestia di X-Men 3! Bestia è membro di una minoranza. Io sono un conservatore. E non penso che sia un male, anzi credo che sia la strada giusta per valorizzare veramente l'individuo. La politica liberale tende a stabilire il modo in cui grandi gruppi di persone dovrebbero comportarsi. E' una cosa che trovo offensiva: ognuno ha diritto di pensare, sentire e scegliere, a patto che non violi la legge. Nella nostra società tendiamo a demonizzare il sistema conservatore e a pensare a loro come dei criminali. Non sono d'accordo: sono americano con valori tradizionali americani, a volte innocenti e ingenui, ma credo che se permetti all'individuo di abbracciare in pieno il suo valore, allora quell'individuo darà forza alla nazione in cui vive. E quel sistema sarà giusto, potente e abbraccerà anche le minoranze tirando fuori il meglio delle persone.
Il personaggio che interpreti in Boss si chiama Tom Kane. E' un caso pensare a Orson Welles?
E' un chiaro riferimento al Citizen Kane del grande Orson. Si tratta di un uomo che è nato per governare. Per essere re.
Kelsey Grammer nei panni di Bestia in X-Men: Conflitto finale
Nella serie assistiamo alla sua parabola simile a quella di un eroe shakespeariano...
Il nostro scopo era fare una versione aggiornata di Re Lear, in un certo senso seguire l'idea che le cattive decisioni politiche possono portare di conseguenza alla violenza. Ci saranno delle persone che tradiscono questo sindaco e che chiuderanno i conti in maniera tragica. Il personaggio che interpreto sta morendo (è affetto da grave malattia n.d.r.), ma vuole riscrivere la storia, vuole lasciare un segno prima di abbandonare la vita di potere. Prima che il proprio corpo lo tradisca. Lui è un combattente.
Come reagirebbe il tuo Boss davanti ai duelli televisivi tra Obama e Romney?
Si aspetterebbe una vera e propria guerra. Un duello con tanto di KO finale.
E come regirebbe Kelsey Grammer invece?
Mi aspetterei che Romney confutasse quello che il presidente Obama ha già raggiunto finora e lo mettesse in dubbio, mostrando anche un certo livello di competenza che possa essere fonte di ispirazione per gli elettori, portandoli a votare per lui. Ad ogni modo credo che gli potrebbe dire faccia a faccia “forse è arrivato il mio turno”.
Il pilot di Boss è diretto da Gus Van Sant. Lo hai scelto tu come regista?
Me lo hanno proposto nella lista finale di tre nomi. Ero felice che fosse interessato a lavorare in TV. Ci siamo trovati perché entrambi amiamo lavorare rapidamente: non vogliamo fare tanti ciak. E poi volevo sempre tornare a casa tutte le sere dalla mia famiglia. Non vedo Gus da quando abbiamo girato il pilota. Mi ha mandato un biglietto all'inizio della seconda stagione complimentandosi per la mia performance.
Dopo Frasier hai cercato di diversificare la tua carriera, senza raggiungere però il successo di quel ruolo. Quanto è stato difficile trovare un altro personaggio di successo?
Parecchio. In un certo senso diventi proprietà del pubblico televisivo. Ho provato un paio di anni a fare qualcosa di diverso: Back to You, ad esempio, era un lavoro molto ben scritto. Il pubblico non ha gradito alcuni spunti di trama. Si chiedevano: come poteva il tizio che fa Frasier non amare suo figlio in questa nuova serie? Per loro era impensabile. Tempo dopo ho recitato anche in Hank, ma non ha funzionato. In parte è stata anche colpa mia, perché non riuscivo a trovare la chiave giusta per interpretare il personaggio. Ho dovuto aspettare per trovare un nuovo ruolo di successo. Quando ho lavorato a Boss, ho capito che dovevo mettere da parte la commedia. Ho capito che era il momento di dedicarmi al dramma.
Boss andrà in onda su Raitre a partire dal 4 ottobre. Ogni giovedì alle 21.05.
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04.10.2012 - Autore: Pierpaolo Festa