I ricordi si affollano nella mente: per chi scrive, “Jurassic Park” fu il primo film di Spielberg visto al cinema – due volte, per giunta – e per tutti fu anche l’ultimo grande blockbuster spettacolare di Spielberg, un morality tale sui pericoli della scienza e sulla bioetica, condita dalla maestosa colonna sonora di John Williams e da strabilianti effetti speciali che non guastavano. A proposito degli effetti speciali: sfidiamo chiunque a guardare il film con gli occhi di chi ormai la sa lunga sulla CGI, senza rimanere stupiti per la loro attualità. Non un fotogramma è invecchiato, e per questo vanno ringraziati in egual misura i pionieri della Industrial Light & Magic di George Lucas, che superarono se stessi nel creare praticamente da zero qualcosa che pochi anni dopo sarebbe diventata prassi, e il compianto Stan Winston, che insieme ai suoi collaboratori costruì degli animatronics dettagliatissimi e complessi, credibili fino all’ultima piega della loro squamosa pelle artificiale. “Sembrava di partecipare a uno dei grandi eventi della storia, come l’invenzione della lampadina o la prima telefonata – ricorda Lucas – Un grande salto era stato fatto, e le cose non sarebbero più state le stesse”.
Il cast è la dimostrazione di quanto sia abile Spielberg nello scegliersi gli attori: i volti all’epoca non popolarissimi di Sam Neill, Laura Dern, Samuel L. Jackson, uniti a professionisti come Jeff Goldblum e Richard Attenborough, compongono una formazione affiatata e convincente, capace di rendere estremamente umani i personaggi, anche nei limiti di una sceneggiatura scritta dal “chirurgo” David Koepp (tratta dal romanzo di Michael Crichton). Il risultato è che ci importa davvero del destino del dottor Grant, della dottoressa Sattler e di Ian Malcolm, dei piccoli Lex e Tim e di John Hammond (vero alter ego del regista, con la sua ossessione per lo spettacolo e la frase ricorrente “Qui non si bada a spese”). In un’era di freddi blockbuster senza sentimento – come “Transformers”, ironicamente prodotto dallo stesso Spielberg – un film capace di intrattenere, emozionare e far pensare allo stesso tempo è una gemma rara che va preservata.

E poi, al di là di tutto, “Jurassic Park” fa paura! Il buonismo della prima parte, l’utopia che la scienza possa creare qualcosa di meraviglioso e sicuro, lascia spazio a un terrore strisciante come i Velociraptor che “hanno imparato ad aprire le porte”, oppure inarrestabile come il Tirannosauro, da allora e per sempre ribattezzato “T-Rex”. Scene come l’assedio alle cucine dei Raptor, o il Rex che attacca le automobili sotto una pioggia torrenziale, non si dimenticano. E ancora oggi, negli incubi di tanti spettatori, prendono forma quelle onde concentriche che segnalano il pericolo in agguato. Toom. Toom. TOOM.
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