Joaquin Phoenix ha dimostrato già la sua intolleranza verso gli obblighi da star di Hollywood quando è venuto a Venezia a presentare The Master – per il quale ha vinto la Coppa Volpi ex aequo con Philip Seymour Hoffman – e in conferenza non ha proferito parola. Ora ha deciso di portare la sua battaglia contro le convenzioni un passo avanti, definendo la campagna per gli Oscar “una totale stronzata”.
Phoenix lo ha detto al magazine Interview: “Non voglio farne parte, non ci credo. È la carota col gusto peggiore che abbia mai assaggiato e non la voglio”. L'attore è stato già nominato due volte, nel 2001 per Il gladiatore e nel 2006 per Walk the Line. “Quello in cui Walk the Line stava attraversando la campagna Oscar è stato per me uno dei periodi più sgradevoli della mia vita. Non voglio più avere quell'esperienza. Non so come spiegarlo – e non è che mi senta superiore agli Oscar – ma non vorrei mai sentirmi a mio agio con quel lato del mestiere”.
La stampa americana si è divisa sulla questione, tra chi ritiene che in questo modo Phoenix abbia detto “addio alle chance” di ottenere la nomination, e chi invece pensa che la strategia dell'anti-campagna sia altrettanto efficace. La storia degli Academy Awards è piena di casi in cui attori riluttanti hanno poi vinto: il più noto fu Marlon Brando, che non voleva la candidatura per Il padrino e fece ritirare la statuetta a una nativa americana. Allo stesso modo, George C. Scott rifiutò la nomination per Patton, generale d'acciaio, ma ugualmente l'Academy lo votò miglior attore. In tempi recenti, Mo'Nique, ha ottenuto il premio Oscar per Precious nonostante la sua riluttanza ad apparire ad eventi come i festival di Toronto e New York.
E poi quest'anno Phoenix si troverà molto probabilmente ad affrontare Daniel Day-Lewis di Lincoln – due premi Oscar per Il petroliere e Il mio piede sinistro e due nomination – da sempre uno poco avvezzo al glamour dell'occasione. La strada verso gli Academy Awards pare dunque ancora aperta per entrambi.
Fonte: The Hollywood Reporter


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19.10.2012 - Autore: Marco Triolo