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J.J. Abrams: una scatola piena di misteri

Ha 42 anni, è un vero 'ragazzo' prodigio, è attore, produttore, sceneggiatore e regista. Dice che deve tutto a suo nonno che da piccolo lo portava al cinema. Ama la tecnologia e le teorie particolari, vedi: 'sei gradi di separazione'.

JJ Abrams

04.05.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Chi si è sempre chiesto per che cosa stiano queste due J… Jeffrey Jacob Abrams, il suo nome di battesimo. Ma per tutti è J.J. conosciuto per le sue mitiche ed entusiasmanti serie tv, per i suoi film e per la sua genialità. Newyorkese, cinefilo incallito, Abrams ha detto più volte che è grazie al padre Gerald W. (produttore e attore) e, soprattutto a suo nonno, che lo portava sempre al cinema da bambino, se la sua passione ha preso vita. E grazie anche ad un cervello fuori dall’ordinario. Grande intrattenitore, parla a macchinetta, Abrams ha una predilezione per teorie ed enigmi: è l’uomo che è dietro i misteri che fanno arrovellare in tutto il mondo le menti dei fan. Maniaco di tecnologia, il suo zaino è soprannominato, la borsa di Eta Beta, l’amico alieno di Topolino, che dispone di uno dei gadget più desiderati dal viaggiatore hi-tech: una borsa in grado di contenere qualsiasi tipo di oggetto, oltre i limiti della sua capienza. Computer, cavi, mouse, Lan, cd, libri, ecc...



Nel 2005 è stato nominato dal Magazine Fade tra le ‘100 persone che devi conoscere a Hollywood’, mentre nel 2007 è finito tra le 50 più intelligenti. Nel 1993 quando John Guare scrisse “Sei gradi di separazione” Abrams si propose come produttore e volle anche fare un piccolo ruolo nella pellicola ma, quello che gli interessava veramente, era la possibilità di esporre ad un’audience numerosa la teoria del sociologo americano Stanley Milgram, per il quale ha da sempre una grande ammirazione. La teoria dei ‘sei gradi di separazione’ è un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Nel 1967 Milgram ha trovato un sistema per testare la teoria. Passaggio molto importante nella carriera della nostra ‘mente pericolosa’ perché questa teoria, insieme a molte altre, è alla base di “Lost”.



Come ha affermato Abrams più volte: “Quello che mi interessa è mettere in scena ‘l’enigma della verità’ che governa le nostre esistenze, spronando l’appassionato a pensare ad un’altra idea di verità che si può facilmente celare dietro ciò che è messo in scena. Tutto accade per caso, o nulla accade per caso e siamo tutti collegati? Ognuno di voi si sarà posto questa domanda nella vita, non so se avete trovato la risposta, che è comunque nel vostro quotidiano. Credo che questa passione sia molto legata alla mia generazione. Noi della fine degli anni ’60, cresciuti con “The Twilight Zone”, “Survivor” e “Star War”, almeno nel mio caso erano i miei preferiti, abbiamo quasi la necessità di trovare un ordine, un posto nel mondo, oggi. Ecco perché ho accettato di fare “Star Trek” anche se non sono mai stato un adepto, perché ha una visione ottimista dell’esistenza, dà speranza, e parla di un futuro dove razze diverse collaboreranno attivamente e produttivamente tra di loro”.



Non vorrei apparire patetico – continua il regista – ma è una fortuna che “Star Trek” rinasca al tempo del nuovo Presidente Obama, dopo la frustrazione, la depressione e la vergogna di una amministrazione vecchia e pericolosissima come quella di George W. Bush”.

Della sua vita privata evita sempre di parlare, del resto è uno degli uomini più impegnati del Pianeta Terra, che, con la grande ironia che lo contraddistingue, candidamente afferma: “Non avrei nemmeno il tempo di trovare un'altra donna… Ma io amo da sempre Katie (McGrath ndr.), ci siamo sposati nel 1996, e ora abbiamo tre bambini: Henry, Gracie e August. Ho chiamato la mia casa di produzione Bad Robot, guardando i loro giocattoli e come li usano”.
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