Uno, nessuno, centomila. Questa potrebbe essere la definizione migliore per un artista come Jim Carrey, canadese con cittadinanza americana, quasi 48 anni, una delle star più contemporanee per via del suo camaleontismo, della costante irrisione di sé, della sua capacità unica di imitazione, per il suo riuscire ad essere aggraziato o beffardo a seconda della situazione. Uno degli attori più famosi e più pagati del momento ma anche uno dei più sovversivi: Jim Carrey è imprendibile, non si può classificare. Qualsiasi personaggio un regista gli chieda di interpretare lui è in grado di farlo. Tutto questo deriva da un mostruoso talento, dall’avere iniziato a lavorare da bambino, e dall’avere avuto una vita tutt’altro che facile. Fino a quando il sogno americano per lui si è realizzato. “Ho vissuto tanti anni nel buio, depresso e imbottito di psicofarmaci. – ha ammesso l’attore - Ma come Scrooge, a un certo punto ho visto la luce. Sentirsi amato e degno di amore è la chiave di volta per una vita pienamente vissuta. Avere una famiglia è la cosa più bella del mondo”.
Ecco perché lo abbiamo paragonato ad attori entrati nella storia del cinema come Jerry Lewis o Peter Sellers. Persone che sul palcoscenico avevano sempre il sorriso sulle labbra ogni volta che si accendevano i riflettori ma dalla vita privata non facile, con continui up and down che dimostrano come il comico è l’altra faccia del tragico.
Vedere le imitazioni di Carrey è una esperienza da lacrime agli occhi: David Caruso di C.S.I. Miami, Robert De Niro, Jack Nicholson… Non c’è personaggio di cui Carrey non sappia cogliere l’essenza e farla sua. Se la sua carriera è iniziata con film come “Ace Ventura” che gli valse 300mila dollari di ingaggio ma anche la nomination come Migliore Attore ai Razzie Awards (gli Oscar per i peggiori film), Carrey ci ha incantato come innamorato smarrito e dolente in “Se mi lasci ti cancello”, accanto a Kate Winslet. Oppure nella sua capacità di rappresentazione della perfetta banalità in “The Truman Show” dove incarna un trentenne di una agiata comunità suburbana che scopre come la sua vita idilliaca sia una gigantesca messa in scena, un reality show contenuto in uno studio televisivo grande come una città, e come l’unica persona vera fosse lui. Per non parlare di “Man on the Moon” dove raccontava la vita e le performance artistiche del comico americano Andy Kaufman. Uno dei pochi intrattenitori a poter dire di sapere ridere davvero ma anche capace di calarsi in ruoli drammatici.
Ora, il 3 dicembre, lo vedremo nei panni di Ebenezer Scrooge in “A Christmas Carol” (tratto dal ‘Canto di Natale’ di Charles Dickens), variazione in 3D, firmata dallo specialista della CGI (computer graphic imagery) Robert Zemeckis, dove Carrey oltre a dare vita al tirchio e burbero vecchietto per antonomasia si trasformerà anche nei tre fantasmi che lo tormentano la notte prima di Natale convertendo questo mostro di avidità alla bontà e alla compassione. E sul suo Scrooge il grande Jim ha puntualizzato: “E’ un Gordon Gekko rivisitato. Un banchiere di oggi tiranno e senza scrupoli. L’emblema perfetto dell’attuale capitalista sfruttatore privo di qualsiasi remora morale. Uno squalo di Wall Street, ladro e truffatore”. Un film Disney per famiglie, ma interpretato da un uomo che conosce il suo tempo, che sa leggere al di là dell’intrattenimento, e far ridere facendo anche pensare.
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Jim Carrey, una Star sovversiva
Il 3 dicembre lo vedremo in "A Christmas Carol". Jim Carrey, disegno animato fatto persona, trasformista strepitoso, incredibile attore comico e drammatico è unico fra i contemporanei. Erede di attori come Jerry Lewis o Peter Sellers.
09.11.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi