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Intervista: parla il regista de Il rito

Mikael Hafstrom racconta a Film.it la sua esperienza sul set del nuovo horror con protagonista Anthony Hopkins

Il rito - Mikael Hafstrom

10.03.2011 - Autore: Alessandro De Simone
Cinquantuno anni portati benissimo quelli di Mikael Hafstrom, regista svedese con nel curriculum anche una candidatura all’Oscar per il Miglior Film Straniero per “Evil – Il ribelle”, ama i generi, e lo ha dimostrato destreggiandosi in questi anni, sia in patria che negli Stati Uniti, tra il noir e l’horror, quest’ultimo a lui molto più gradito, come dimostrato da pellicole interessanti come “Oscure presenze” e “1408”.

Il rito”, tratto dal romanzo di Matt Baglio che racconta le storie di veri esorcismi, è però qualcosa di più di un semplice film costruito per impaurire lo spettatore, come ci conferma lo stesso regista durante l’incontro che abbiamo avuto con lui a Roma.

Mikael Hafstrom con il cast de Il rito

Mr. Hafstrom, è difficile girare un film su un argomento delicato come l’esorcismo?
Devo dire la verità, non considero “Il rito” solo un film sull'esorcismo, ci sono molti elementi che ne fanno un film più universale, ho cercato di inserire temi forti come l'amicizia, la fede, la conoscenza, che sono radicati in ognuno di noi.

Come nasce lo sviluppo del progetto?
Ho letto prima la sceneggiatura e ne sono rimasto davvero entusiasta, e poi ho letto il saggio di Matt Baglio che mi ha colpito altrettanto.

Ha avuto problemi, soprattutto girando qui a Roma, con lo Stato Vaticano?
Non abbiamo girato nel Vaticano, quindi non abbiamo avuto bisogno di autorizzazioni, abbiamo solo fatto dei sopralluoghi per poterci ispirare e ricreare le ambientazioni. Ma il Vaticano non ha avuto alcun problema e ha anzi approvato ufficialmente il nostro film.

Il regista con padre Gary Thomas, che ha ispirato il film

Trattare un argomento del genere non è facile e c’è anche molto da imparare. Cosa le ha lasciato quest’esperienza?
Spesso si pensa che l'esorcismo sia una pratica che viene usata a sproposito, dato che effettivamente molte presunte manifestazioni diaboliche altro non sono che problemi psicologici molto gravi. Io credo che i demoni esistano e che siano soprattutto un’emanazione del nostro lato oscuro.

Il film è costruito su una dimensione che viaggia parallelamente alla nostra, sia per ambientazioni che linea temporale...
È vero, abbiamo cercato di creare un nostro mondo forzando la realtà su molte cose, come l'ospedale che sembra uscito da un altro tempo lontano. Lo abbiamo fatto proprio per dare un’ulteriore sensazione di straniamento allo spettatore nei confronti degli eventi che vivono i protagonisti della storia.

Ha lavorato con molti attori italiani, in particolare con la giovane che viene esorcizzata nella prima parte del film...
Sono stato molto fortunato con Marta Gastini, una giovane attrice piena di talento. Il rapporto con Anthony Hopkins è stato molto importante per lei, Tony sa essere di grande ispirazione perché è molto generoso sul set. All’inizio a dire il vero rende tutti un po’ nervosi, ma d’altronde lui è Anthony Hopkins, chi non sarebbe nervoso a lavorare con lui... 

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