

NOTIZIE
Intervista ad Antonello de Leo
Afferma De Leo: "Via Zanardi è una strada di Bologna ma soprattutto vuole essere un ricordo del personaggio di Andrea Pazienza. C'è anche una sagoma a grandezza naturale di Zanardi che troneggia nella stanza dei ragazzi."

14.03.2003 - Autore: Valentina Bisti
Lanno scorso, proprio di questi tempi, usciva nei nostri cinema un film italiano ben costruito e molto divertente. Si chiamava \"La vespa e la regina\" e pochi di noi hanno avuto la possibilità di vederlo. Una distribuzione affrettata, le locandine mal confezionate, poca pubblicità e il film rimase in sala solo per un mese. Davvero un peccato, ma oggi il regista Antonello De Leo è di nuovo sul set. Televisivo, questa volta.
Cosa ti ha interessato del progetto di \"Via Zanardi 33\"?
Mi ha intrigato subito lidea di poter utilizzare la macchina televisiva perché è il mezzo più difficile da usare. E un po come stare al teatro, prima le scene vengono preparate e poi girate tutte insieme. Non è come fare un film dove possiamo soffermarci su una battuta, cambiarla e poi riprenderla. Al cinema la visione è più analitica e chirurgica, mentre durante le riprese televisive viene fatto tutto contemporaneamente, ed è tipico della sit-com: cioè acchiappare listante e creare un montaggio su quel momento.
Ciò vuol dire creare unatmosfera il più reale possibile. Ma questa tecnica non si scontra con la lentezza delle riprese? Per girare una puntata di 25 minuti impiegate quasi tre giorni.
Si, ma dobbiamo renderci conto che questo è il primo esperimento di sit-com in Italia sul modello americano. La sit-com è nata in America negli anni 50 e quindi gli americani hanno alle spalle 50 anni di esperienza. \"Friends\", ad esempio, è un modello collaudatissimo, praticamente perfetto. Inoltre loro hanno il vantaggio di girare con un pubblico presente in sala che dà i ritmi agli attori. I tempi sono diversi da quelli impiegati in \"Via Zanardi 33\". Loro preparano una puntata in una intera settimana e poi registrano senza interruzione. Invece noi, avendo dei teatri di posa molto piccoli, ci muoviamo in maniera tutta nostra.
Quali sono le differenze tra \"Friends\" e \"Via Zanardi 33\"?
Cè sicuramente una italianità di fondo e una ricerca dei gusti dei giovani. Le vicende e i personaggi sono attuali. Le storie di \"Via Zanardi 33\" inoltre sono meno buoniste di quelle di \"Friends\". E si discostano da tutte le vicende che abbiamo già visto in televisione. \"Via Zanardi 33\" è politicamente scorretto, non ci troviamo di fronte ai \"I ragazzi del muretto\". In questa sit-com ci sono dei personaggi spesso fastidiosi nel loro essere contro. Ma poi recuperano con la simpatia qualcosa che verrebbe condannato anche dal punto di vista sociale. In questo ci rifacciamo al modello americano.
Mi puoi fare un esempio?
Si, la CBS trasmette un sit-com chiamata \"All America\" dove il protagonista è un razzista, omofobo e classista che se la prende con tutti. E un personaggio negativo, e come lui ce ne sono tanti altri, ma alla fine fa ridere. Questa è la forza della sit-com americana, perché nulla viene preso sul serio. Il personaggio, proprio per i suoi difetti, è comico.
Credi che in Italia un modello del genere possa essere apprezzato?
Si, perché abbiamo bisogno di respirare unaria nuova. Siamo stufi di vedere sempre le stesse cose. Cè aria di cambiamento. In \"Via Zanardi 33\" ad esempio ci sono due personaggi, Buba e Piermaria che si mantengono allUniversità spacciando fumo.
Perché i personaggi di \"Friends\" hanno avuto tanto successo?
Perché gli autori sono riusciti a scomporre in sei personaggi tutti i difetti e le problematiche che il singolo spettatore può avere. Ognuno di noi riesce sempre a riconoscersi e a dire: Si, anche io avrei fatto così.
Oltre a te cè un altro regista, come vi trovate a lavorare insieme?
Molto bene, Andrea Serafini ha fatto moltissima televisione e per questo faremo due prodotti diversi. Giriamo una puntata a testa e sicuramente vedrete delle differenze.
Come è avvenuta la scelta degli attori?
Abbiamo fatto molti provini e poi abbiamo scelto tre ragazzi e tre ragazze. In un secondo tempo abbiamo fatto degli incontri con la sceneggiatura in mano e abbiamo individuato i personaggi. Sono molto affiatati anche nella vita, escono la sera e si frequentano molto spesso. Ci sono anche le guest star, proprio come il modello americano: Barbara dUrso impersonerà la Dottoressa Giò, Paola Barale se stessa e Paolo Brosio un simpatico dottore.
Perché il nome \"Via Zanardi 33\"?
Via Zanardi è una strada di Bologna ma soprattutto vuole essere un ricordo del personaggio di Andrea Pazienza. Cè anche una sagoma a grandezza naturale di Zanardi che troneggia nella stanza dei ragazzi.
Chi sarà il vincitore del \"Grande Fratello\"?
Ah, non ho dubbi. Pietro vincerà e sono sicuro che sarà il protagonista di tanti film. Già lo vedo impersonare il carabiniere o il poliziotto napoletano buono e simpatico. E questo non mi fa affatto piacere. Perché in Italia ci sono tanti attori bravissimi che non riescono ad emergere. Invece i ragazzi del \"Grande Fratello\", pur non essendo attori, avranno la possibilità di fare televisione o cinema.
Rimarrai legato alla televisione?
No, il mio futuro è il cinema. La televisione è stato un momento di passaggio, anche se molto interessante. Comunque la soap opera e la sit-com rientrano a far parte del cinema. Questi generi non abbassano assolutamente il livello. Per esempio la commedia di Almodovar, \"Tutto su mia madre\", è legata al genere soap. E una grande soap recitata in modo talmente straordinario che non può che essere film.
Perché la fiction italiana sta riscuotendo i primi insuccessi?
Perché il pubblico ha bisogno di storie meno buoniste e perché si rende conto che esiste una falsità di fondo, dove non viene raccontata la vita reale. Io in fondo sono contento che \"Grande fratello\" riscuota più successo della fiction perché \"Big brother\" è un prodotto diverso, è un gioco al massacro. Ma neanche questa è la scelta definitiva.