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Intervista a Sveva Sagramola - seconda parte
Intervista a Sveva Sagramola - seconda parte

14.03.2003 - Autore: Federico Geremei
SullAfrica si dicono molti luoghi comuni, non credi?
Nei luoghi comuni cè sempre un fondo di verità, quindi non me la sento di sfatarne. Potrei dirti che troppe volte si dice che lAfrica ti fa ammalare, che non esiste solo sofferenza ma anche bellezza e dignità. Potrei continuare ma mi parrebbe un po snob. Io stessa uso spesso luoghi comuni per farmi capire. I luoghi comuni a loro modo hanno un valore, non so come dire. Per carità, io cerco sempre di non cadere nel banale e di dare un taglio personale a quello che racconto.
Raccontaci lincotro più singolare che hai avuto in terra africana
Quello che mha davvero lasciato il segno è stato un Sacerdote della Terra, conosciuto tra i Taneka del Benin. La sua comunità un bel giorno è insorta perché il governo aveva stabilito di costruire un mercato in un punto dove loro non volevano assolutamente. In Africa il mercato è importantissimo e la scelta di dove collocarlo non è una cosa da poco. Il Sacerdote, sè fatto paladino di questa crociata ed è andato, completamente nudo, a parlare con qualche ministro nella capitale. Io lho intervistato
Completamente nudo?
Sì, lui sì... Vecchio e di una nudità che più vestita non lho mai vista. Nudo da una vita, il suo messaggio era nasciamo nudi, moriamo nudi, ma che cavolo ci vestiamo a fare?. Mi guardava con questi occhi infuocati. Ad un certo punto, non me lo dimenticherò mai, tra di noi sè stabilito un contatto comunicativo che andava al di là delle cose che ci stavamo dicendo. Avrei dovuto abbassare lo sguardo, eppure lho sostenuto. Davvero una serie di emozioni incredibili.
E oltre al sacerdote?
Un capo Masaai. Dopo tutta la giornata passata con me e con la troupe, alla sera ci ha chiamato a raccolta, noi e tutto il villaggio sulla collina. Secondo lui era arrivato il momento di conoscerci. Una sorta di documentario su di noi per la sua comunità. Molto istruttivo, davvero. Io sono una persona sincera e onesta, ma in un contesto come quello ho davvero capito cosa significa essere diretti, sinceri, senza mediazioni. Si buttano spesso parole al vento, noi che facciamo questo lavoro lo sappiamo. Condanniamo e usiamo al tempo stesso tutte le armi della retorica.
Di retorica ne viene usata anche in momenti drammatici come questo
Purtroppo non credo che con questi eventi la consapevolezza di come il mondo gira aumenti tra la gente. Basta andarci in questi paesi, non cè bisogno che siano le organizzazioni umanitarie a ricordarcelo. Noi del primo mondo, questa è la verità, li ignoriamo. Siamo buoni solo a parole.
A viaggiare simpara?
Credo che il modo di viaggiare stia cambiando. Non ha moto senso girare come trottole, per vedere il più possibile, scattare più fotografie. Sì, a viaggiare simpara. Io mi rendo conto di essere una privilegiata, ma anche chi ha poco tempo e possibilità limitate di girare il mondo a volte riesce a viaggiare con un atteggiamento mentale di ricerca e scoperta.
Chi son i più grandi viaggiatori?
Una cosa la voglio dire subito: io non sono una fan di Chatwin, non lho mai amato
Non è colpa sua se ne hanno fatto lemblema postumo del Viaggiatore con la V maiuscola
Sì, non se ne può più, mi annoia. Il fatto è che non minteressano più di tanto le cronache di viaggio. Per definizione sono troppo autoreferenziali: anche se conosci chi le scrive e i posti di cui parla, la distanza è troppo vasta. Non si guarda con gli occhi di un altra persona. Un grandissimo viaggiatore è secondo me Giulio Cederna, la persona più priva di pregiudizi che io conosca. Ha la mente aperta a qualsiasi cosa incontri o trovi. Un curioso vero.
E tu?
Io ci provo, viaggiando imparo a viaggiare.