NOTIZIE

Intervista a Ghiurghi - seonda parte

Andrea Ghiurghi ci racconta come si vive tra i pigmei. Ricerche, incontri ed ed emozioni: un'esperienza straordinaria nella foresta africana.

Andrea Ghiurghi

25.10.2001 - Autore: Federico Geremei
Cosa ne pensi dei parchi africani, sono oasi o ghetti? Difficile rispondere, dipende. Cè da dire che fortunatamente le cose sono cambiate dai tempi delle colonie. Allora sistituiva un parco, stabilendo una superficie a tavolino, dei confini e cacciando fuori le popolazioni che vivevano nellarea designata. Questi parchi isolati non funzionano, per tanti motivi.   E adesso? Ora sè capito che bisogna creare delle aree protette e lavorare anche fuori dal parco, come ho fatto io. Sono problemi estremamente complessi.   Qualche esempio di parco africano che funzioni? Beh, direi che il Serengeti e il Ngoro Ngoro funzionano abbastanza bene. Sono aree enormi in cui lintegrazione delle popolazioni nellecosistema è piuttosto armoniosa. Anche in Gabon e, a quanto pare, nei parchi dellAfrica australe esistono buoni esempi di conservazione responsabile. Lì ci sono le risorse e la volontà di fare qualcosa. In Zimbabwe, per esempio, cè un grosso progetto di caccia ... responsabile.   Campfire? Sì, si chiama così. Lidea è quella di reinveste i proventi della caccia nel parco per il parco. Se questi soldi finiscono in mano ai cacciatori sono loro i primi a capire che non conviene cacciare il più possibile, indiscriminatamente, ma partecipare a questo sistema controllato.   E il peggiore esempio? Ce ne sono tanti, troppi. In particolare i parchi di foresta: quelli sono senza dubbio i più complessi da gestire. È più difficile interagire con le popolazioni, quasi impossibile valutare i danni alla vegetazione, il bracconaggio. Ci si sposta quasi esclusivamente a piedi.   È un peccato, le foreste africane sono una risorsa eccezionale Sì, infatti. In Congo cè un parco meraviglioso, di quindicimila chilometri quadrati, incredibile. La presenza umana è quasi nulla e lì vive la maggior popolazione di elefanti di foresta che si conosca. Anche in Camerun esistono aree straordinarie ma la densità di esseri umani è molto più pressante. Per chi vive nella foresta la caccia è tutto.   Ha senso controllare la caccia, provare a regolamentare il loro sistema? Ha senso se si vuole impedire lestinzione irreversibile di tante specie. Possiamo solo provare a rallentarne i ritmi, arginarla.   Qual è larma più efficace contro il bracconaggio? Dare unalternativa ai bracconieri, sicuramente. E provare ad assegnare zone di foresta ai diversi villaggi, provare a razionalizzare le loro attività.   Non è così semplice No, non lo è: si tratta di interventi politici, non chiacchiere. Se si continua a guardare fra dieci anni la situazione sarà desolante.   Qualche intervento possibile? Beh, per esempio si può pensare di responsabilizzare la gente intervenendo sui prezzi: meno animali uccisi ma venduti a maggior prezzo.   E in Italia le cose come vanno? Da un certo punto di vista lItalia si trova in una situazione molto simile poiché tutto il nostro territorio è fortemente antropizzato. Però cè anche da dire che da noi nessuno vive esclusivamente di caccia.  
FILM E PERSONE