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Inno alla normalita'

Dal 5 ottobre nelle sale cinematografiche sarà possibile vedere Luciana Litizzetto come protagonista del suo film "Ravanello pallido".

ravanello pallido

14.03.2003 - Autore: Florinda Cordella
Luciana Littizzetto è nata e vive a Torino. Dopo il diploma in pianoforte al Conservatorio del capoluogo piemontese nel 1988, nel 1990 si laurea il Lettere. Per nove anni insegna musica alle scuole medie. Tra il 1988 e il 1990 frequenta la scuola di recitazione dellI.D.A.S. (Istituto dArte e spettacolo) dove inizia la sua carriera di doppiatrice e autrice di testi dei suoi spettacoli. Nel 1991 partecipa al Maurizio Costanzo Show. La sua prima scrittura importante è del 92, ad Avanzi su Raitre. Un anno dopo partecipando a Celito Lindo presenta il personaggio di Sabrina. Nello stesso anno pubblica LAgenda di Minchia Sabbri, il suo personaggio più famoso. Nel 97 partecipa su Italia 1 ai programmi Facciamo cabaret e Ciro il figlio di Target con Gaia De Laurentis, i Cavalli Marci ed Enrico Bertolino. Debutta nel cinema con una partecipazione al film Tutti giù per terra di Davide Ferrario, a cui segue un ruolo nel film Tre uomini e una gamba di Aldo Giovanni e Giacomo. Nel 1998 diventa ospite fissa di Mai dire gol e di Ciro-figlio di Target. Pubblica il suo secondo libro Ti amo bastardo. Nel 2000 recita in Tandem di Lucio Pellegrini e partecipa a Tutti gli uomini del Deficiente della Gialappas. Nel 2000/2001 è ospite fissa a Quelli che il calcio su Raidue. A maggio è uscito il suo terzo libro Sola come un gambo di sedano edito da Mondadori (più di 100.000 copie vendute). Dal 5 ottobre nelle sale cinematografiche sarà possibile vederla come protagonista del suo film Ravanello pallido.   Da insegnante di pianoforte a poliedrico personaggio dello spettacolo. Come è accaduto?   L.L.: Ho sempre voluto fare questo mestiere. Soltanto che nasco da una famiglia normale, i miei avevano una latteria. Io volevo fare lattrice della radio, perché così non mi si vedeva. E i miei genitori allora mi hanno mandata a studiare pianoforte. Hanno cercato di farmi fare tutto tranne lattrice perché erano convinti che non fosse assolutamente possibile. Poi quando sono diventata grande e ho avuto qualche soldo mi sono iscritta alla scuola di teatro e finalmente ho fatto quello che desideravo.   Come sei arrivata a fare televisione?   L.L.: Ho fatto un concorso nazionale di cabaret e sono stata notata da Bruno Voglino che mi a portata a fare \"Avanzi\", e poi da allora ho continuato a lavorare sul piccolo schermo.   Il Maurizio Costanzo Show è stata una delle prime importanti trasmissioni che ti ha fatta conoscere al pubblcio. Come ricordi quellesperienza?   L.L.: Le prime volte da Costanzo è stata dura. Non ho passato momenti felicissimi, perché ero molto imbarazzata e timidissima. Non era andata affatto bene. Mi mancava laria, ero senza fiato. Poi pian piano ho imparato ad affrontare la platea.   Cosa ne pensi della programmazione televisiva attuale e della tv in generale?   L.L.: La televisione appare come un mondo molto finto. E in effetti ci sono trasmissioni create dal nulla. Però esistono anche delle persone vere in tv, che lavorano per fare programmi di qualità, una minoranza certamente.   Anche tu hai lasciato La7. Hai altri impegni televisivi?   L.L.: No, in questo momento non ho progetti.   Nelle sale a partire dal 5 ottobre ti vedremo nel ruolo di Gemma, la protagonista di \"Ravanello Pallido\". Nel film, di cui sei in parte sceneggiatrice, è chiaro il riferimento alla corruzione che spesso circonda il mondo dello spettacolo. Le donne disposte a tutto pur di fare carriera. Che cosa ne pensi?   L.L.: Una parte della televisione è finta. Il rischio è che le giovani ragazze che iniziano a fare tv si adattino allo standard: che diventino finte anche loro. Cè sempre qualcuno che le illude, sottolineando come sono brave, intelligenti, geniali, fighe, straordinarie, meravigliose. E allora alla fine ci credono. Il problema è che spesso queste ragazze sono molto giovani, non hanno un carattere formato, si fanno confondere, illudere e a volte capitano anche male. Spesso la gente massacra la belloccia di turno che va in scena e non riesce a dire una parola. Crede che sia una cretina, invece magari questa ha solo ventanni. Anchio quando ho iniziato a lavorare alla sua età. No! Io ne avevo ventiquattro, però non avevo tutti questi argomenti che ho adesso che sono più adulta.   Un consiglio da dare a chi vuole fare questo mestiere?   L.L.: Bisogna essere molto saldi di nervi e coscienti di come si è realmente. Sono stata e sono una donna normale entrata nel mondo dello spettacolo ma che cerca di rimanere normale anche se con grande fatica. Non fumo, non bevo, sono un giglio.   La tua carriera è stata unescalation di incontri con importanti personaggi del mondo dello spettacolo. Chi ti ha dato di più?   L.L.: Molti. Tutti quelli con cui ho lavorato mi hanno dato molto. Ad esempio Bruno Voglino di Raitre è stato il primo che ha creduto in me e mi ha portato a Roma. Ma poi la Gialappas. Fabio Fazio, lanno scorso. Chiambretti un po di anni fa. Con lui ho lavorato in radio. Ma sono tante le persone a cui devo molto. Ogni tappa della mia carriera è stata segnata da un incontro importante che mi ha lasciato qualcosa.   Qual è secondo te la cosa che il pubblico ama di più di te?   L.L.: La capacità di mettere tutto nello sberleffo. Di prendere in giro senza farmi troppi scrupoli. Di essere trasgressiva, di dire quello che penso e di prendere per il fondoschiena.   Una tua debolezza nel lavoro?   L.L.: Non ne ho. Nella vita privata invece sono piena di debolezze.   Quanto cè di autobiografico nei personaggi che metti in scena, a partire da quello più famoso, Mischia Sabbri?   L.L.: Bé, direi proprio tanto, almeno il settanta per cento.          
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