“Una tragedia greca”, nelle parole del suo regista Daniele Ciprì. L'autore palermitano firma il suo primo film “solista”, senza Franco Maresco, ed è subito successo: a Venezia, in competizione con due film del calibro di Pietà (il Leone d'Oro firmato da Kim Ki-duk) e The Master (il film di Paul Thomas Anderson vincitore del Leone d'Argento), È stato il figlio si è aggiudicato l'Osella per la fotografia, sempre di Ciprì, e il premio Mastroianni per l'attore emergente, Fabrizio Falco.
La storia è quella della famiglia Ciraulo: il padre padrone Nicola (Toni Servillo) assiste impotente all'uccisione della figlia piccola durante un'esecuzione mafiosa. In attesa che lo Stato rimborsi i Ciraulo con la somma di 220 milioni di lire, tutto va a rotoli sino a un finale tragico. Ma Ciprì racconta questa discesa agli inferi con un amaro sorriso.
“Il film non mi convinceva all'inizio – confessa il regista – e pensavo che Toni non avrebbe mai accettato il ruolo. Credevo fosse troppo in alto per me, ma poi l'ho conosciuto e ho capito che era perfetto”. Servillo si è studiato l'accento con impegno, anche se Ciprì sottolinea che la pellicola non parla solo della Sicilia della sua infanzia e giovinezza: “È il dramma di una famiglia italiana che ha provocato da sé il proprio danno. Nicola Ciraulo deve fare pena, perché non ha alcuna prospettiva per il futuro ed estingue la propria famiglia. Una disperazione che in Italia ci appartiene”. Sintomatico che l'autore abbia girato il film in Puglia, anziché nella vera Palermo: “È una famiglia italiana più che palermitana”.
È stato il figlio è tratto da un romanzo di Roberto Alaimo: “Una qualità molto bella del romanzo e del film è che si racconta di una famiglia governata da leggi arcaiche, con tanto di atmosfera matriarcale e padre padrone – spiega Servillo – Eppure questo confina con gli spaesamenti della società di oggi, dettata da un alienante consumismo”.
In uscita il 14 settembre, È stato il figlio è distribuito in Italia da Fandango.


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In sala la Palermo di Ciprì
Esce È stato il figlio

10.09.2012 - Autore: Marco Triolo