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Il viaggio di Chihiro

Per la prima volta in assoluto alla passata edizione del "Festival di Berlino" ha vinto un cartone animato. Autore di questa grandisisma opera applaudita da tutti, attori compresi, è il grande Hayao Miyazaki.

il viaggio di Chihiro

19.05.2009 - Autore: Francesca Fornario
Il vero scoop riguardo all’assegnazione dell’Orso d’oro al nuovo film di Hayao Miyazaki, primo cartone animato nella storia a vincere il Festival del cinema di Berlino, è che tra i giurati erano d’accordo persino gli attori, disorientati dalla toccante interpretazione dei loro emuli di carta. La scena aveva il sapore struggente di un film del regista giapponese: c’era il consueto parterre affollato di star e il tradizionale sfavillio di gioielli, e c’era lui, minuto e dimesso, salito sul palco senza saltare i gradini a due a due come fanno certi suoi colleghi più gaglioffi: “Dedico questo premio ai bambini che troppo spesso soffrono per l’indifferenza dei genitori, i quali non pensano ad altro che ad ingozzarsi”. Lieve imbarazzo in sala, attori, registi e giornalisti col capo chino, presumibilmente a riflettere sulle volte che non hanno pensato ad altro che ad ingozzarsi, e poi un applauso scrosciante, e qualche lacrima. E tutto per un cartone animato. “Il viaggio di Chihiro” è, neanche a dirlo, la storia di una bambina che soffre per l’indifferenza dei genitori che non pensano ad altro che a mangiare, e per questo vengono trasformati in grossi maiali. Il tema è quello di sempre: bambine in lotta contro la sconsideratezza degli adulti, assunto sul quale Miyazaki persevera dai tempi di Heidi, la serie televisiva che ha fatto conoscere il regista in occidente, a quelli più recenti del “La Principessa Mononoke, distribuito in sala dalla Disney. Intervistato, il regista va dritto al sodo. “Penso che abbiamo dimenticato la vita, le cose vere. Penso che questa società abbia troppo e che per questo non le basta più niente. Una volta non eravamo così deboli. Una volta sapevamo farci bastare quello che avevamo”. E oggi? “Oggi ci riescono solo i bambini, finché anche loro non vengono sopraffatti dalle cose”. Quali cose? “troppe cose. Troppi videogiochi, troppi fumetti”. La discussione, è ovvio non è sulla qualità, ma sulla quantità: “Il rischio è che si atrofizzi la fantasia, che l’energia e l’entusiasmo vadano dispersi nel desiderare continuamente nuove cose”. Oltre che per la tempestività del tema, il film stupirà gli appassionati per la perfezione del disegno e dell’animazione, ancora più fluida di quella della Principessa Mononoke. Un lavoro per il quale sono occorsi oltre due bilioni di yen (19.2 milioni di dollari) e lo stesso team di produzione della Principessa Mononoke: Tokuma Shoten Publishing, Miyazakis Studio Ghibli, advertising giant Dentsu Inc. e net NTV. Resta aperta la partita della distribuzione: dopo che in Giappone “Il viaggio di Chihiro” ha battuto tutti i record d\'incasso, la DreamWorks di Spielberg e la Lucas si sono fatti sotto per acquistarne i diritti, che però appartengono ancora alla Disney. Intanto, ci si consola con la notizia che la Miramax ha annunciato il DVD in italiano del film “La Principessa Mononoke”, uscito in VHS l\'anno scorso, e l\'edizione doppiata di Totoro e d\'altri eroi dello Studio per la metà del 2002.
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