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Il tramonto dei samurai
Un vero caposaldo del cinema epico. Centocinquantatre minuti di vera goduria. Esce finalmente nelle sale italiane il filmone diretto da Edward Zwick e interpretato da un grandissimo Tom Cruise.

12.04.2007 - Autore: Arthur Pang
\"L\'ultimo samurai\" è un filmone epico di dimensioni enormi, spettacolari, commoventi, ridondanti, spirituali, passionali. E\' il traghettare di un uomo verso la sua pace interiore, il recuperare antichi valori di cui già nel lontano 1876 non vi era più traccia.
Atto I: Il capitano Nathan Algren, in seguito a una sconfitta personale-morale sul campo di battaglia che lo porta a sterminare una tribù di innocenti pellerossa, è un uomo alla deriva. Accetta così di imbarcarsi per il Giappone per addestrare e americanizzare l\'esercito del Sol Levante e prepararlo alla guerra contro i \'rivoluzionari\' Samurai.
Lo scontro è un massacro. Le forze dell\'imperatore vengono annientate e il capitano Algren catturato e fatto prigioniero.
Atto II: Il capitano Algren trascorre un inverno nel villaggio dei Samurai. Qui è protetto dal loro ultimo capo spirituale, Katsumoto, che vede in lui (scusate la banalità) gli occhi della tigre. Algren inizia a comprendere i valori, i veri valori di questi uomini. Coraggio. Onore. Servire. Lentezza. Lealtà. Ordine. Sacrificio. Comincia ad apprendere questi valori, comincia ad allontanare la mente dal corpo, comincia ad avvicinarsi ai samurai.
Atto III: Il capitano Algren e il Samurai Katsumoto sfidano l'esercito giapponese. E\' una guerra dall'esito scontato, è una guerra tra due mondi, tra due culture. E\' una guerra tra un esercito armato di armi da fuoco e uno armato di archi e spada. E\' una guerra mossa da uomini animati dai soldi e dagli interessi contro uomini animati dal coraggio e dall\'onore.
Un vero caposaldo del cinema epico. Centocinquantatre minuti di vera goduria. Momenti alti, momenti bassi. Alcune banalità, un pre-finale che vedendolo potrebbe lasciare dei dubbi, un capo dei Samurai che alcune volte non convince, ma se nella vostra cultura non c'è solo il \'povero\' cinema indipendente europeo e c'è spazio per tutti, allora \"L'ultimo samurai\" vi piacerà, vi toccherà, vi coinvolgerà. Perché oltre una curatissima tecnica di un regista che fin qui non aveva certo brillato di luce propria (\"Vento di passioni\" e \"Glory\"), c'è anche una critica forte verso l'americanismo, l'imperialismo e l'anima guerrafondaia di una nazione. Un velato anti-americanismo si respira in tutto il film dove i samurai sono spesso messi sullo stesso piano dei pellerossa: i nemici, l'antico che deve lasciare spazio al moderno, l'ostacolo contro l'occidentalizzazione, il Diverso.
Però non ci vogliamo assolutamente impelagare in un parallelismo coi tempi moderni, sarebbe fuoriluogo.
Un\'ultima nota per un attore che ha messo anima, corpo e cuore in questo film. Il suo calvario, il suo sguardo sui Samurai un po\' incantato, un po\' inebetito, un po' impacciato è il nostro. Più che l'onore e il coraggio sono i piccoli gesti e le piccole espressioni a coinvolgerlo e a commuoverci. Lentamente si avvicina a loro, lentamente scopre la loro cultura, lentamente se ne innamora come noi.