Non solo il mondo dello sport è sconvolto dall'improvvisa e tragica morte di Kobe Bryant, ma anche quello dello spettacolo. Bryant, che ha vinto un Oscar per aver scritto e prodotto il cortometraggio d'animazione Dear Basketball nel 2018, aveva un rapporto speciale con Jack Nicholson, superfan dei Los Angeles Lakers in cui il campione ha militato per tutta la carriera.
Nicholson ha seduto a bordo campo allo Staples Center per buona parte della carriera di Kobe Bryant, ritiratosi nel 2016 dopo aver giocato venti stagioni e aver vinto cinque campionati con i Lakers. Intervistato al telefono dal Jim Hill di CBS2, un commosso Nicholson ha ricordato così la star del basket: “La mia reazione è la stessa di gran parte di Los Angeles. Dove prima tutto era solido, ora c'è un buco nel muro. Ero così abituato a vedere e parlare con Kobe... Sono distrutto”.
“Sedevo esattamente dietro il suo tiro in sospensione sul lato sinistro”, prosegue l'attore. “Lo ricordo per il grande giocatore che è stato. Ma la prima volta che ci incontrammo lo presi in giro. Eravamo nel Madison Square Garden a New York, gli porsi una palla da basket e gli chiesi se voleva che gliela autografassi. Mi guardò come fossi matto”.
Kobe Bryant è rimasto vittima di un terribile incidente in elicottero avvenuto poco prima delle 10 della mattina di domenica 26 gennaio. Con lui sono morte altre otto persone, inclusa sua figlia Gianna, il coach dell'Orange Coast College John Altobelli con la figlia e la moglie, e il pilota. Le altre vittime non sono ancora state confermate.
L'elicottero, un Sikorsky S-76B di proprietà di Bryant, era partito dall'aeroporto John Wayne di Orange County alle 9:06. Il dipartimento dei vigili del fuoco ha ricevuto una chiamata del 911 alle 9:47, che riportava l'incidente presso Calabasas e il successivo incendio. Incendio che purtroppo non ha lasciato scampo a nessuno dei passeggeri e al pilota.
