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Il primo uomo: Amelio incoraggiato da Camus

Il nuovo film di Gianni Amelio ripercorre l'infanzia dello scrittore Premio Nobel nell'Algeria degli anni Venti

Il primo uomo - Nino Jouglet

19.04.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
Tolleranza zero. Speranza esaurita. E il pieno di disperazione. Gianni Amelio viaggia indietro nel tempo, verso un passato più che mai attuale. “Il primo uomo”, tratto dal romanzo incompiuto di Albert Camus racconta proprio questo, esplorando l'infanzia dello scrittore nell’Algeria degli anni 20, territorio in cui l’odio è pronto ad esplodere come una bomba ad orologeria.

Il primo uomo gianni amelio albert camus ©Claudio Iannone

Amelio gira con grande intensità, prendendosi tutto il tempo del mondo per raccontare questa interessante storia e scegliendo gli attori giusti: Jacques Gambin è l'ottimo protagonista. Maya Sansa è la giovane madre.

“Vorrei dire agli arabi che sono pronto a difenderli fino alla fine. Ma se scaglieranno la loro rabbia contro mia madre, che ha sofferto le loro stesse disgrazie, allora io sarò loro nemico”. Dice così il protagonista del film, vincitore del Premio della Critica Internazionale al Festival di Toronto e finalmente in uscita in Italia. “Proprio quell’ultima sequenza è stata una delle più complicate da preparare – racconta il regista – Perché ho dovuto pensare come Camus per poter rielaborare e approfondire le sue parole”.

Credo che ‘Il primo uomo’ sia un film storico – continua Amelio - Non è un film sulla guerra di Algeria in particolare, ma su una qualunque guerra che può dividere le etnie. Certamente ho cercato anche l’attualità della guerra”. Il regista si assicura di avere più punti di vista possibili: “Forse è il primo film che storicizza in modo preciso le due posizioni diverse sulla situazione algerina: da una parte gli estremisti che dicono che l’Algeria è francese, dall’altra i militanti che si ribellano”.

Il primo uomo gianni amelio albert camus ©Claudio Iannone

Quello che non ti dicono a scuola quando spiegano l'Impero Romano è che qualche volta si deve stare dalla parte dei Barbari” - dice il professore del protagonista, colui che lo incoraggia a continuare gli studi. "Quella di Camus è una posizione mediata dal pensiero - conclude Amelio - lui dice sì alla rivoluzione ma no al terrorismo. Quando c’è un giogo crudele antistorico come il colonialismo, probabilmente non ci sono che mezzi violenti per poterlo abbattere”.

Il primo uomo”, in uscita il 20 aprile, è distribuito da 01 Distribution.

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